CAGLIARI. Tutti gli indicatori sono in netto peggioramento, le curve stanno risalendo. E siccome il vaccino è una soluzione, ma non immediata, adesso serve il lockdown. Lo sostiene la fondazione Gimbe, nel suo report settimanale, che anticipa di un giorno quello dell'Istituto superiore di sanità che assegnerà le fasce di rischio alle regioni: l'ipotesi è che da domani, se l'indice Rt dovesse essere superiore a 1, anche la Sardegna si colorerà di arancione a partire da lunedì. Con tutte le restrizioni conseguenti. Solo i numeri degli ospedali non dipingono, per ora, un'Isola in condizioni critiche come altre aree della Penisola.
NUOVI CASI. Secondo il dossier della Fondazione, nella settimana che va dal 6 al 12 gennaio, rispetto alla precedente, a livello nazionale si conferma dunque un incremento dei nuovi casi (121.644 contro 114.132) a fronte di un lieve calo del rapporto positivi/casi testati (29,5% contro 30,4%). In Sardegna vengono registrati 1.062 casi attualmente positivi per 100.000 abitanti con un incremento pari al 6,7%, mentre sono 903 i casi testati per 100.000 abitanti con un rapporto tra positivi e test che arriva al 14,6%.
OSPEDALI. "I dati", secondo il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, "confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali e, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive dove l'occupazione da parte di pazienti covid supera in 10 regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva". Non è il caso, questo, della Sardegna: risulta occupato il 26% dei posti in terapia intensiva rispetto alla soglia critica del 30%, e il 31% in area medica con il tetto fissato al 40.