CAGLIARI. Mancano tre giorni, ma ancora non si sa se gli studenti delle scuole superiori torneranno o no a frequentare le lezioni in presenza. E se sì, non si conosce in quale percentuale. Il governo spinge, le Regioni frenano. Nella città metropolitana di Cagliari e nella provincia del Sud Sardegna il tema riguarda 46 autonomie scolastiche, corrispondenti a 90 plessi, frequentati da 33.436 studenti. Del totale, 35 istituti sono nella sola città di Cagliari, con 16.034 studenti.
È su questi numeri che ha lavorato il tavolo tecnico della Prefettura di Cagliari intorno al quale si sono riuniti tutti gli enti competenti, aziende di trasporto comprese. Perché il nodo, si sa, è quello del movimento di migliaia di ragazzi, tutti insieme, a bordo dei mezzi pubblici: qui il rischio contagio è alle stelle. Alla fine è stato partorito un documenti operativo: il piano della mobilità studentesca.

Cosa prevede? L'obiettivo è garantire la didattica in presenza ad almeno il 75% degli iscritti. La misura per ora immediatamente applicabile riguarda lo slittamento di un'ora dell'uscita e dell'entrata per 7.471 studenti (su 21.187) che frequentano le scuole della città metropolitana di Cagliari. A partire dai licei. Per le superiori che si trovano nei Comuni della Provincia del Sud Sardegna, invece, stando al documento "si prevede la possibile conferma degli orari scolastici di entrata e di uscita così come fissati all’inizio dell’anno scolastico, assieme alla previsione sia dell’incremento della disponibilità dei mezzi di trasporto, sia dell’ampliamento del numero e degli spazi delle fermate, che dell’incremento delle corse dei mezzi pubblici".
Di seguito l'elenco degli istituti dove verrebbero posticipati gli orari.


I bus, che dovrebbero aumentare, potranno essere occupati solo al 50% dei posti disponibili. E se non dovesse essere possibile si rinvia a ulteriori misure. Per il resto, a tre giorni dall'eventuale ritorno in classe, si pensa a decisioni da adottare nel corso del tempo: si ipotizza la creazione di nuove fermate, l'ampliamento delle aree di sosta dei bus per garantire il distanziamento. E si menziona anche un presidio di controllo (forze dell'ordine?) nei punti di attesa dei ragazzi, magari con il posizionamento di transenne. Il tempo stringe. E il programma è ambizioso. Forse troppo.