TEULADA. Sapevano allacciarsi le scarpe, ma non fare nodi da marinaio. Perché non erano pescatori. Ma incassavano indennizzi dal ministero della Difesa per il fermo pesca imposto dalla presenza del poligono di Capo Teulada. Duecentomila euro rubati allo Stato con una truffa scoperta dal reparto Aeronavale della Guardia di Finanza di Cagliari, sezione di Sant'Antioco nell'ambito dell'operazione Big Family. Sono stati denunciati il presidente di una coop e cinque soci (almeno sulla carta). Avevano fatto figurare come operative barche dismesse, abbandonate in giardini e terreni. E, dai riscontri delle Fiamme Gialle, è emerso che i membri degli equipaggi dichiarati nemmeno si conoscessero tra loro.
Un andazzo noto da anni. Che ha preso piede dopo il 1999, quando lo Stato ha riconosciuti gli indennizzi ai pescatori costretti a bloccare le loro attività a causa delle esercitazioni militari. Da allora a veri pescatori si sono affiancati numerosi falsi operatori: pescavano - illegalmente - solo i soldi erogati dal ministero della Difesa. In precedenti operazioni era emerso che risultasse imbarcata anche una donna incinta, che avrebbe lavorato in barca fino all'ultimo mese si gravidanza. E c'era chi incassava anche se la barca dichiarata come operativa era scassata in cortile, da anni.
Oggi la notizia della nuova indagine, che ha fatto emergere un "sistema di tipo piramidale, prevalentemente composto e coordinato da una famiglia e dai relativi parenti, sotto forma di Cooperativa". Un sistema, appunto.