CAGLIARI. Lo ha detto anche il presidente del consiglio Giuseppe Conte mentre illustrava il contenuto del nuovo Dpcm contro il coronavirus: le scuole finora non hanno fatto registrare focolai, ma bisogna intervenire su ciò che succede prima e dopo le lezioni. Quindi sui bus e i mezzi pubblici in generale, dove la ressa e gli assembramenti sono quotidiani e pericolosi.
Il problema esiste anche in Sardegna. E dall'Anci (associazione dei Comuni) arriva, per bocca del presidente Emiliano Deiana, articolata su tre linee di azione: "Riportare al 50% la capienza massima degli autobus degli studenti e raddoppiare o triplicare - anche col concorso dei privati e senza aggravio di costi per le famiglie - il numero delle corse e scaglionare gli ingressi a scuola". Per Deiana è poi necessario "alternare almeno per gli studenti delle superiori (valuterei per i ragazzi delle medie) - ogni 15 giorni - didattica a distanza e e didattica in presenza". E infine "predisporre, ove possibile e alla presenza di tutor, degli spazi pubblici nei paesi di residenza per far diventare la didattica a distanza un metodo di lavoro e non una protuberanza del letto di casa".
L'esigenza di intervento per il presidente dell'Anci nasce dal fatto che "I dati sul Covid19 sono molto preoccupanti. Le “curve” in costante e repentina ascesa. Bisogna pertanto coniugare diritto allo studio e diritto alla salute".