CAGLIARI. "Aggressione da parte dei professionisti della polizia locale di Cagliari? Lo escludiamo nella maniera più assoluta". Arriva per bocca del segretario Massimiliano Caboni la presa di posizione del sindacato Csa, che rappresenta gli agenti del corpo del capoluogo, sull'episodio avvenuto ieri mattina a Marina Piccola: un'insegnante sostiene di essere stata vittima di un'aggressione da parte di alcuni agenti. Lei era intervenuta mentre veniva identificato un ambulante senegalese abusivo e i poliziotti della Municipale - che l'hanno vista riprendere col telefonino - le hanno chiesto i documenti: dopo il suo rifiuto è partito un parapiglia (QUI LA NOTIZIA).
"Il Csa", spiega il sindacalista, "conosce bene chi è intervenuto nelle fasi in questione: personale con notevole esperienza, che con la propria professionalità ha portato a termine le operazioni di polizia seguendo alla lettera le disposizioni normative. Purtroppo in diverse occasioni, forse per noia, alcuni cittadini si intromettono nelle azioni di polizia, per filmare le fasi salienti. Non ci sarebbe nulla di male, se poi le riprese non venissero utilizzate in maniera distorta e discutibili".
Resta fermo il diritto di chiunque (anche del singolo agente), spiega Caboni, "di conoscere l’identità di chi detiene la registrazione e specialmente conoscerne l’uso, sempre che non venga chiesta la cancellazione. Per ottenere la tutela dei diversi aspetti della privacy occorre accertare l’identità di chi registra e detiene il filmato. Chi rispetta la legge declina le proprie generalità al Pubblico Ufficiale, come previsto dall’articolo 651 del Codice Penale, chi invece si rifiuta di fornirle, preferisce avventurasi nelle procedure previste per l’identificazione. Non può escludersi la possibilità che il renitente venga accompagnato presso la Centrale di Polizia, per essere sottoposto a tutti quelli accertamenti necessari per appurare la sua identità. Queste operazioni si auspicano avvengano con la collaborazione dello stesso.Eppure è così semplice comunicare il proprio nome e cognome".
Caboni fa anche riferimento ai numerosi commenti alla notizia, comparsi sulla nostra pagina facebook: "Abbiamo letto il vostro articolo e abbiamo visionato anche i numerosi commenti dei vostri lettori, che (nella quasi la totalità) hanno compreso la difficoltà del lavoro della Polizia Locale e riconosciuto l’assenza di giustificazione per chi non vuole fornire le proprie generalità. Per cui ringraziamo i lettori per la solidarietà, ma nello stesso tempo ci rivolgiamo anche a chi ha pensato (sbagliando) che la Polizia Locale abbia usato metodi disumani al fine di estorcere le generalità della Signora, specificando che la forza messa in campo è stata solo quella consentita dalla legge".
Per dovere di cronaca, aggiunge il rappresentante Csa, "ricordiamo che la pattuglia era intervenuta solo per sanzionare un ambulante che non rispettava le Leggi sul commercio, infatti lo stesso è stato sanzionato e la signora dopo tanti rifiuti e aver resistito alle fasi di identificazione ha fornito le proprie generalità".
Infine un appello: "Ci auguriamo che il Comando e il Comune di Cagliari si costituiscano parte Civile, contro chi, con affermazioni pesanti, voglia mettere in dubbio la serietà e l’efficienza dei lavoratori della Polizia Locale".
- Redazione
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