MONASTIR. "La polveriera pronta ad esplodere oggi è diventata un luogo dove si alimenta e si tollera l'illegalità”. È l'ennesima denuncia del Sindacato autonomo di Polizia sul centro di accoglienza di Monastir, teatro nei giorni scorsi di "risse, ferimenti e proteste varie", si legge nella nota inviata al Questore di Cagliari. Il segretario provinciale Luca Agati parla di "una settimana di fuoco, nel caos più totale", dove su 195 migranti "stipati nella struttura", scrive il Sap, "33 sono positivi al Covid, di altri si attende ancora il tampone", ma "positivi e negativi vivono in totale promiscuità tra loro creando situazioni di pericolo altissime. Entrano ed escono dal centro stranieri dei quali non si conosce con certezza la condizione sanitaria". E, stando a quanto denunciato, le risse sono all'ordine del giorno.
"I principi devono essere uguali per tutti - attacca Agati - una persona positiva al Covid deve rimanere isolata e chi è entrato in contatto deve sostenere una rigorosa osservazione sanitaria di isolamento. Con i clandestini le regole cambiano?".
La richiesta è chiara: che vengano fatti gli accertamenti sanitari (tamponi o test sierologici) sui poliziotti esposti in prima persona al contatto con gli ospiti della struttura positivi. "Il rischio che il virus possa veicolare nei nostri uffici e nella case delle nostre famiglie è altissimo - si legge - eppure ci scontriamo contro un invalicabile muro di silenzio".