CAGLIARI. Un arsenale, comprensivo di materiale esplosivo pericoloso e pronto all'uso. Tanto che i carabinieri, per precauzione, non l’hanno voluto esporre davanti alla stampa. È ciò che hanno recuperato ieri i militari del Nucleo operativo radiomobile in viale La Playa.
Intorno alle 16, in un posto di controllo, una manovra di una motrice Iveco che si trovava dietro un’altra auto che i militari stavano per fermare, ha insospettito i militari. Così l’uomo alla guida - Giovannino Littarru, desulese, 59 anni- che da via Roma si stava dirigendo verso Pula, è stata fermato. C'erano anche i cani antiesplosivo, che hanno dato egnali che qualcosa non andasse. Così è scattata la perquisizione del mezzo.
Sono state trovate diverse buste, tutte ben sigillate: sembravano dei pacchi avvolti con nastro adesivo. Gli uomini dell’arma hanno impiegato tutta la serata prima di trovare “il bottino”. Un arsenale composto da fucili, di fabbricazione straniera, una di provenienza cinese, pistole Beretta calibro 9, caricatori con cartucce inserite, pronti per l’uso. C’erano anche diverse munizioni sfuse di vario calibro, munizionamento da guerra. Circa 400 in tutto.
A questo va aggiunto materiale esplosivo: 500 grammi di tritolo, 500 grammi di materiale plastico, e una miccia di 150 centimetri. Bastava inserirla all’interno di un panetto, già forato.
Un impressionante kit per sostenere conflitti a fuoco, con calibri molto potenti. Tutte le armi erano lubrificate.
E ancora: sono stati trovati undici giubbotti antiproiettili, con abbinate le placche in vetroceramica, che vengono utilizzate dall’esercito, non solo quello italiano. Dentro la motrice anche passamontagna e guanti. “Abbiamo scongiurato delitti molto gravi, questo è il risultato più importante di questo tipo a Cagliari negli ultimi anni”, ha spiegato il maggiore dei carabinieri Luca Vasaturo.
Littarru è stato arrestato per diversi reati, tra i quali detenzioni di armi da guerra ed esplosivo e detenzioni di armi clandestine. Verranno svolti tutti gli accertamenti anche tecnici per capire se in passato sono state utilizzate per commettere delitti.