CAGLIARI. Sono volate parole pesanti ieri in Consiglio regionale. L’opposizione ha accusato i colleghi di maggioranza di essere “cementificatori”, “vergognatevi”. Tutto è accaduto dopo l’approvazione dell’interpretazione autentica del piano paesaggistico regionale del 2006, dell’allora giunta Soru. La maggioranza di fatto respinge le accuse al mittente, e si porta a casa il risultato tanto atteso per lo sblocco del cantiere della Sassari Olbia su cui si è espressa giusto ieri la ministra Paola De Micheli proprio per sbloccare un tratto della quattro corsie.
“Non abbiamo approvato una nuova legge urbanistica o un nuovo ppr o un nuovo piano”, precisa Giuseppe Talanas, presidente della Commissione Governo del territorio, “ma si è interpretata nella maniera corretta una norma già in vigore, è importante perché da oggi non si deve più agire in copianificazione con il ministero e quindi la regione potrà avere tutti i titoli abilitativi”. In sostanza il presidente Talana parla di autonomia guadagnata, così come ne parla il collega di commissione Michele Ennas. “Un passaggio fondamentale perché restituisce e consente di avere un’interpretazione univoca di alcuni passaggi che in qualche modo bloccavano le procedure negli enti pubblici”.
Ma il centrosinistra non ci sta ed è pronto a portare la battaglia fuori dall’aula del Consiglio regionale con la raccolta delle firme per la petizione a salvaguardia delle coste portata avanti dal Gruppo D’Intervento Giurico Onlus (se ne contano oltre 30mila ad oggi). “Loro si sono approvati la norma, noi l’abbiamo criticata tanto e abbiamo ripetuto diverse volte che il ppr può e deve essere modificato ma va fatto con un iter che deve portare avanti la Giunta e non con un’interpretazione autentica”, ha detto Maria Laura Orrù dei Progressisti. “Da oggi sarà più facile per gli speculatori intervenire sulla Sardegna”, tuona il collega del Pd Piero Comandini, “noi faremo presente al Governo quale è il rischio per la tutela e il governo del territorio, otterremo l’impaginazione”.