ROMA. Tre dighe incompiute da finire: Monte Nieddu, Medau Aingiu e Maccheronis. E altre cinque da mettere in sicurezza: Cantoniera, Olai, Govossai, Rio Mannu di Pattada e Monti Pranu. Sono le opere definite "strategiche" che il governo Conte ha inserito nel Decreto semplificazioni: opere non finite o mai collaudate fino in fondo (anche se sono state progettate a volte 50 ani fa), che finora hanno inghiottito miliardi, per le quali arriva il commissariamento nazionale. "La Sardegna ha bisogno di acqua", ha detto il presidente del consiglio.
Procedure più snelle, meno burocrazia. Che dovrebbero garantire l'ultimazione delle opere. Condizionale obbligatorio: perché dopo lunghe trattative a palazzo Chigi nella notte tra lunedì e martedì, una conferenza stampa ieri mattina, il decreto annunciato ancora non c'è. E resta l'incertezza su opere, a livello nazionale, per circa 200 miliardi.
“Registriamo la volontà del Governo di venire incontro alle esigenze delle regioni come la nostra che chiedono procedure snelle e l'effettiva realizzazione delle opere pubbliche”: il commento soddisfatto è dell'assessore regionale ai Lavori pubblici Roberto Frongia. Che "evidenzia la volontà di proseguire sulla strada del commissariamento delle principali arterie stradali al fine di imprimere una necessaria accelerazione negli interventi: “Abbiamo chiesto e sollecitato più volte il commissariamento di tutte le opere viarie principali". Come la 131 e la Sassari-Olbia.
