Il chiosco e Luca Palamara (Imago Economica)
OLBIA. Porti Istana, Murta Maria, Olbia. In Sardegna. Da qui, pare, passa un altro filone della storia di cui ancora tanto deve essere scritto che vede un intreccio din interessi tenuto insieme dall'ex presidente dell'Anm Luca Palamara. Il magistrato, secondo quanto riporta Repubblica oggi in edicola, è proprietario del Kando Istana Beach, chiosco sulla meravigliosa spiaggia con vista su Tavolara. Ma dale visure camerali non risulta. Perché secondo un'informativa della Guardia di Finanza, depositata a gennaio, Palamara si "celava" dietro un prestanome: il fraterno amico Andrea De Giorgio, commercialista romano che, sentito dagli inquirenti che indagano sulla rete di favori e di nomine che sta squassando la magistratura italiana ha detto, stando a quanto riferito da Repubblica: "Sì, sono il prestanome di Palamara". Gli avvocati del magistrato, indagato a Perugia, però chiariscono: "Tutto in regola".
Le quote del chiosco, stando alla ricostruzione del quotidiano, valevano 240mila euro. Capitale versato da De Giorgio. L'amico magistrato gliene avrebbe restituito solo 14mila. Sullo sfondo, riporta Rep, ci sono incarichi ricevuti dal professionista dal Tribunale di Roma. E Palamara ne era consapevole, tanto che nella pioggia di sms intercettati c'è anche un ringraziamento dopo averne incassato uno.
Quella del chiosco, secondo la Gip Lidia Brutti, è "una vicenda attorno alla quale emergono rapporti poco trasparenti o comunque commistioni di interessi quantomeno sintomatici di un impiego non appropriato della posizione e della qualità di magistrato".
E si aggiunge un altro socio, un habitue di Porto Istana: Federico Aureli, commerciante romano di auto e moto. Aveva messo a disposizione di Palamara uno scooter durante la sua permanenza in Sardegna. E dal socio non dichiarato, stando a quanto emerso, avrebbe anche ricevuto delle informazioni su un procedimento penale a carico della moglie.
Ma all'articolo di Repubblica rispondono il legali di Palamara, con una nota: "È falsa la notizia che Luca Palamara abbia un lido di proprietà in Sardegna. Il nostro assistito non si farà intimorire da pressioni volte a cercare di manipolare l'esito del giudizio disciplinare del 21 luglio". Quanto alla presunta proprietà, in società con altri amici, del chiosco sulla spiaggia l'articolo , sostengono i legali, "nel riportare stralci del provvedimento del Gip del Tribunale di Perugia, ha riferito notizie non vere riguardanti il dottor Palamara e comunque ha omesso di riferire circostanze assolutamente rilevanti per la reale ricostruzione dei fatti". Tra queste che Palamara "non ha la titolarità di nessun lido in Sardegna come enfaticamente afferma il titolo dell'articolo, essendosi più modestamente limitato ad acquistare nell'interesse dei figli una piccola quota, per un valore di 23.000 euro , di un chiosco adibito alla vendita di panini, gelati e bibite senza alcuna velleità imprenditoriale e per chi conosce la Sardegna a distanza di circa un'ora di auto da Porto Cervo".
Si tratta, spiegano i legali, "di fatti e vicende ampiamente approfonditi nel corso delle indagini preliminari all'esito delle quali come emerge dal capo di imputazione formulato nell'avviso 415 bis c.p.p. non è stato ravvisato alcun profilo di rilevanza penale da parte dell'autorità giudiziaria nei confronti del dott. Palamara". La legge, ricordano gli avvocati che difendono il pm, "consente ai magistrati la possibilità di acquistare quote societarie, quello che normalmente avviene nella vita quotidiana quando ad esempio anche i magistrati acquistano azioni di società quotate in borsa, spesso addirittura per importi superiori a quello in questione".
In questo caso, precisano, "l'acquisto della quota societaria è avvenuto mediante intestazione formale ed in via fiduciaria al dottor De Giorgio in virtù di un familiare rapporto di amicizia intrattenuto sin dalla nascita con lo stesso; il dottor De Giorgio è stato nominato consulente tecnico non su indicazione del dott. Palamara ma in via del tutto autonoma e per le sue riconosciute capacità professionali da parte dei magistrati titolari dei rispettivi procedimenti in osservanza delle norme sul conferimento degli incarichi professionali; il presidente della Corte d'appello di Roma con una nota del 5 luglio del 2019 ha escluso qualsiasi interessamento del dottor Palamara su procedimenti giudiziari in corso".
Palamara, assicurano, "è stato sempre estraneo alle vicende relative alla moglie dell'Aureli imputata nell'ambito di un procedimento penale avente ad oggetto la mancata esecuzione di un provvedimento del giudice civile come facilmente si può evincere dagli atti depositati dalla Procura di Perugia".