CAGLIARI. Sono circa tremila i sardi che hanno già accettato di sottoporsi al test sierologico per l’indagine sulla diffusione del Covid-19, indetta dal ministero della Salute. Cinquecento, invece, quelli che hanno detto no al primo contatto. Questi i primi dati forniti dal comitato regionale della Croce rossa, che da due settimane è in campo con 30 operatori per completare la mappatura del contagio anche nell’Isola.
Più di 8mila le chiamate effettuate finora su un campione di cittadini selezionati dall’Istat, anche se le adesioni, soprattutto all’inizio, sono partite a rilento, tra numeri non più attivi e chiamate a vuoto. “In tanti, non conoscendo il numero, pensavano si trattasse di pubblicità - spiega Sergio Piredda, presidente della Croce Rossa in Sardegna - ma ora la rotta sembra invertita. Pensiamo di concludere l’indagine entro la seconda metà di giugno”.
Anche se c’è chi ancora rifiuta di sottoporsi al test. E il presidente lancia un appello: “È importante dare il proprio contributo perché l’indagine potrà aiutare a comprendere meglio quanto si sia diffuso questo virus”.