SADALI. Con il lockdown per il coronavirus anche il turismo ambientale è in piena crisi. Dalle guide turistiche alle agenzie di viaggio, passando per i Tour Operator, alberghi, B&B, centri di educazione ambientale, compagnie di bus: sono rimasti tutti completamente bloccati per l’intera stagione primaverile.
A Sadali, piccolo comune barbaricino, conosciuto come il paese dell’acqua - grazie alla splendida cascata che scorre in pieno centro storico insieme ai tanti ruscelli - per gli operatori del turismo ambientale, la primavera rappresentava il periodo più florido per il turismo. Quest’anno invece la stagione non è partita.
E, con le prime riaperture post lockdown la ripresa non è facile, tra distanziamento sociale e regolamenti poco chiari, gli operatori del settore devono riorganizzare il loro lavoro.
“Il nostro settore ancora ne risentirà. La ripresa turistica è molto complessa”, lo afferma Marcello Pilia imprenditore turistico di Kirka e Bai. “Abbiamo perso tutta la stagione primaverile. Per chi fa turismo ambientale come noi quella è l’alta stagione. Da dieci siamo passati a zero. E’ una perdita enorme. Per esempio abbiamo perso tutti i gruppi scuole che sono la linfa per il periodo primaverile. Stiamo tentando di riprendere, ma non è facile perché non abbiamo notizie certe da parte della politica, per capire come riposizionare il mercato. Purtroppo dobbiamo essere veloci e correre. Ma correre non è sempre un buon segno”.
Tra nuove misure di sicurezza e regolamentazioni straordinarie per il coronavirus sarà difficile anche la ripartenza del trenino verde.
Oltre alle nuove regole per la pandemia, secondo l’imprenditore ambientale, ci sarebbe una problematica gestionale di base che non permetterebbe lo sfruttamento ottimale del trenino verde.
“Ci sono pochi treni, la domanda supera l’offerta e anche l’infrastruttura ferroviaria è carente. Il progetto di rilancio del trenino verde dovrebbe partire dai territori che prendono in carico le linee insieme a una gestione commerciale”, conclude Marcello Pilia.