CARLOFORTE. Ieri, secondo il nuovo decreto, avrebbero potuto alzare le serrande e riaccogliere i clienti. Ma non l'hanno fatto: "Le nuove condizioni e i protocolli sono per noi insostenibili, sarebbe come lavorare per accumulare solo debiti". È la sofferta decisione di un bar di Carloforte, il Napitia Caffé, che come tante altre attività, nel giorno della riapertura, sono dovuti rimanere a casa. Per molti, purtroppo, adeguarsi alle nuove norme e garantire la sicurezza dei clienti non è semplice: le spese sono troppe e, al contrario, gli incassi pochi. Così le porte, per ora, restano chiuse e le serrande abbassate. Ma le ragioni di questa decisione obbligata sono spiegate in un lungo post sui social, firmato dai titolari del locale: "È troppo grande il rischio di lavorare per non pagare neanche le spese, non paghiamo perché le linee guida sono economicamente insostenibili, abbiamo modo di lavorare al massimo al 30% ma i costi rimangono al 100% vorrebbe dire accumulare debito.
Non apriamo perché chi dice che è fattibile sa benissimo che in pratica è impossibile, perché le condizioni che ci impongono per riaprire adesso, sono più insostenibili delle condizioni di quando abbiamo scelto di chiudere, ancora prima che ce lo imponessero, proprio perché consapevoli che non esistevano le condizioni per continuare a rimanere aperti. Non apriamo perché non è concepibile ricevere un protocollo di regole così complesso, solo il giorno prima. Perché a causa della poca chiarezza e delle mille interpretazioni possibili, è praticamente assicurata una sanzione di qualsiasi tipo: ci hanno dato 600 euro magari li rivogliono. Non apriamo perché il bar, il caffè l’ aperitivo, i dolci sono tutti sinonimo di aggregazione sociale e poco si addicono al distanziamento sociale. Non apriamo perché ci viene chiesto di vigilare sui comportamenti dei nostri clienti, proprio a noi che abbiamo sempre cercato di viziare i nostri clienti".