CAGLIARI. "Si informa la cittadinanza che l’Azienda Tutela Salute (Ats) Sardegna ha comunicato un nuovo caso di contagio da Covid-19. I casi totali registrati per il Comune di Serramanna sono attualmente quattro e si tratta, prevalentemente, di contagi sviluppati nell’ambiente di lavoro o comunque a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, in sedi collocate al di fuori del territorio serramannese". Questa la nota pubblicata oggi sula pagina istituzionale del comune di Serramanna. Si tratta quindi di un nuovo caso che domani entrerà nel conteggio che dà la misura della circolazione del coronavirus in Sardegna? La risposta è no. "Perché io devo comunicare alla popolazione e attivare il Coc quando ricevo la segnalazione dall'Ats, ma so che si tratta di casi dei quali la stampa ha già parlato nei giorni scorsi, legati a strutture sanitarie". La spiegazione arriva dal sindaco del paese Sergio Murgia. "L'altro contagio del residente in paese che ci è stato comunicato ieri", aggiunge, "era risultato positivo al tampone l'11". E la positività era legata sempre ad ambiente sanitario.
Quindi la novità è che contagi già entrati nel conteggio sono stati notificati al municipio di residenza. E qui sorge un problema: "Perché noi sindaci non siamo informati in tempo reale", aggiunge Murgia, "eppure è nostra responsabilità attivare una serie di procedure come la raccolta dei rifiuti mirata per l'utenza dove vive il positivo, mandare le forze dell'ordine per i controlli in caso di isolamento domiciliare".
"Devo dire", aggiunge il primo cittadino, "che i medici dell'Ats di Sanluri sono stati disponibilissimi e pronti a dare risposta a tutte le mie richieste. Ma è il sistema generale a non funzionare: il sindaco, che è responsabile della salute pubblica della sua comunità, non può essere informato della presenza di un contagiato nel suo territorio anche quattro giorni dopo l'esito del tampone". Per questo Murgia, nella sua nota, ha sottolineato che i contagi che gli son stati comunicati non sono avvenuti sul territorio, ma per cause lavorative.