AMBIENTE. Meglio lottare oggi contro il sarcofago che maledirlo domani all'Oncologico. Slogan forte ma efficace quello scelto per la manifestazione di oggi, convocata lungo la Carlo Felice tra Sardara e Sanluri, per chiedere la bonifica delle 700 mila tonnellate di terra carica di metalli pesanti usata per la realizzazione di un tratto lungo dieci chilometri della più importante strada della Sardegna. La vicenda è nota: Anas alla fine degli anni '90 doveva rifare quel tratto di Statale, l'appalto è andato all'impresa Todini, che ha subappaltato a una società di Macomer. I materiali utilizzati erano scarti della miniera d'oro di Furtei. Da qui il problema: la terra di quel buco nella montagna - gestito da una società fallita che ha sporcato per poche once d'oro - era contaminata da arsenico e altri metalli pesanti. Roba tossica. Succedeva quindici anni fa - il lotto è stato inaugurato nel 2002 - da sette è in corso un procedimento penale con quattro imputati. Ma nessuno bonifica. E quei veleni trasudano dal cemento armato dei cavalcavia, finiscono nel terreno. Inquinano e sono pericolosi.
Per questo oggi le bandiere indipendentiste, chiamate a raccolta dal leader di Libe.r.u. Pier Franco Devias, sia sono trovate davanti a quello che è stato ribattezzato il sarcofago della morte. Chiedono un intervento immediato. E in un video di Mauro Muscas viene ricostruito il cammino di quelle scorie. Seguirlo è facile: ci sono le tracce, le macchie di corrosione. Con le piogge vengono lavate via dalla strada, finiscono in un canale di scolo e poi cadono in un altro canaletto. Che chissà dove finisce, Di certo passa nei terreni, il liquido si infiltra. E intossica la terra. A quando un intervento definitivo di messa in sicurezza? La Regione, salvo attività che non vengono rese note, è ferma.