CAGLIARI. Quarantasette pazienti contagiati ricoverati, suddivisi tra i reparti Malattie Infettive, Pneumologia, Geriatria e Medicina. Sette sono in rianimazione, i più gravi. Sono i malati infettati dal coronavirus che vengono curati con l'utilizzo dei respiratori polmonari. Questi i numeri dell'epidemia visti dall'interno del Santissima Trinità, ospedale di Cagliari trasformato in poco tempo in fortino contro il Covid-19. La rivoluzione organizzativa è stata rapida.
Le stanze da due posti letto ora ospitano solo un paziente. E i medici sono pronti a tutto, a qualunque emergenza. Con fatica, perché ci sono turni che diventano lunghi 17 ore al giorno.
Che tutto sia cambiato, stravolto, qui a Is Mirrionis, si capisce già dall’ingresso: tutti devono avere il pass, altrimenti l’accesso è vietato. I visitatori devono fornire il documento d’identità, il servizio di guardiania è attivo anche in uscita. Poche auto negli spazi interni dell’ospedale. Sono tutte degli operatori.
Dieci le tende pre-triage allestite dalla protezione civile nei piazzali. C’è anche una sala parto: anche oggi è un bimbo è nato lì, protetto dalla struttura di materiale sintetico. Chi arriva in ambulanza deve passare dal pronto soccorso. Lì, in un’apposita tenda, avviene il primo filtraggio antivirus: medici e infermieri fanno un’anamnesi, quindi la raccolta di tutte quelle informazioni utili per capire se il paziente può essere affetto da covid o meno. Se si ritiene che ci sia una sospetto contagio allora vengono effettuati i tamponi. Nel frattempo avviene il trasferimento in un altro tendone, dove si attendono i referti: se risulta negativo, si torna a casa, altrimenti si rimane al Santissima Trinità (o in pneumologia o agli infettivi). Nel caso in cui sia presente un problema non legato al coronavirus, il paziente viene trasferito in altri ospedali.
Anche il reparto di Malattie infettive è stato trasformato: 18 camere, una per ogni paziente per ridurre al massimo la circolazione del virus.
Stesso discorso per Pneumologia. C'è l'epidemia, ma anche altre infezioni non sono state debellate. Così una parte del reparto è dedicata a quelle.
Ci sono anche i casi sospetti. Le polmoniti che rischiano di diventare positivi: i pazienti in queste condizioni sono 7, sono distribuiti tra geriatria, pneumologia, e anche in alcune camere dedicate in medicina. Le poche unità operative che ancora non sono dedicate al covid, sono già organizzate per affrontare un ulteriore ripresa dell'epidemia.Come Cardiologia. E c’è anche una sala operatoria dedicata al covid.
È rimasto anche il dipartimento di salute mentale per i pazienti non covid, anche se sono pochi. E poi la Dialisi (anche lì c’è tutta l’organizzazione necessaria per affrontare un dializzati con covid e una tenda dedicata) e la Gastroenterologia. Pochi quelli ricoverati, c’è ad esempio la cordiologia utic dove ci sono tutti coloro che hanno avuto un infarto da poco. Tutti affrontano solo ed esclusivamente le vere emergenze (covid a parte). Anche la camera mortuaria è attrezzata con una stanza per i decessi con coronavirus.
Si chiama covid 2 l’ala che ospita tutti coloro che prima erano dislocati nella vecchia rianimazione e negli infettivi, adesso c’è una parte dell’urologia. I nonnini che prima si trovavano nel reparto di geriatria ora sono in altri ospedali. Quello, prima che venissero allestite le tende, era diventato un reparto bolla, ovvero dove stavano tutte le persone in attesa di tamponi. Prima della rivoluzione dell'epidemia che ha sconvolto il mondo.