ROMA. “Onorevole signor ministro, mi rivolgo a Lei anche a nome dei mille imprenditori del turismo (e non solo) italiano: il mondo intero ci tratta come degli appestati e ci respinge alle frontiere": inizia così la lettera che Michele Serra, presidente del gruppo di tour operator Quality group, ha scritto al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Parla dei danni che il delirio coronavirus sta arrecando all'industria del turismo in Italia. E lancia un appello. Ecco il testo integrale.
“Onorevole signor ministro, mi rivolgo a Lei anche a nome dei mille imprenditori del turismo (e non solo) italiano; in trent’anni ho costruito centinaia di rapporti di amicizia e stima con tanti Paesi stranieri. In questi giorni drammatici e concitati c’è un aspetto che mi ha colpito profondamente, umiliandomi, e di cui Lei non può non farsi carico: il mondo intero ci tratta come degli appestati e ci respinge alle frontiere, considerandoci alla stregua di barbari immondi e sottosviluppati.
In pochi giorni il patrimonio enorme di stima e fiducia che tutti noi abbiamo costruito in settant’anni è andato in frantumi per una sbagliata rappresentazione della realtà dei fatti.
Persino il Congo, flagellato da una epidemia mortale di Ebola, ci respinge alle frontiere.
Com’è potuto succedere questo? Come avete potuto permettere che venisse infangato il buon nome del nostro popolo e della sua affidabile operosità?
NON PERMETTA CHE QUESTO DANNO INCANCELLABILE ALLA NOSTRA IMMAGINE COMPROMETTA IL NOSTRO FUTURO PIÙ DI QUANTO NON LO FACCIA IL DANNO OGGETTIVO.
La prego, signor Ministro: coinvolgendo fattivamente il nostro meraviglioso corpo diplomatico, si adoperi con ogni mezzo per cancellare da subito il vulnus inferto alla nostra immagine.
Ne va del nostro futuro".
Coronavirus, disastro turismo: i tour operator scrivono a Di Maio
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