CAGLIARI. Hanno ricevuto i contributi perché ne avevano diritto, poi sono subentrate le regole europee che hanno cambiato il quadro e sono stati costretti a restituire quei soldi. Che però avevano già speso. E sono finiti sul lastrico: aziende pignorate e una vita da incubo. Storia nota quella degli agricoltori che avevano goduto dei finanziamenti delle legge 44 dell'88. Ma "pazzesca, che ha rovinato migliaia di aziende agricole sarde e che dura da trent’anni, ora con un’accelerazione fatta di pignoramenti selvaggi. Migliaia di agricoltori e le loro famiglie sollevano con forza un caso che merita un’attenzione di tutta la Repubblica, per via della dimensione delle cifre coinvolte (si viaggia verso il miliardo di euro), e per la gravità delle ingiustizie perpetrate da un sistema marcio fino al midollo, una rete di complicità che ha investito il sistema bancario, le burocrazie regionali, gli organi di controllo, la politica, gli speculatori pronti ad acquistare per un tozzo di pane i terreni in mano agli imprenditori agricoli": parole del deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras, che in queste settimane sta incontrando alcuni sardi coinvolti nella vicenda.
Vicenda che sembra pronta a esplodere: "Un consistente numero di imprenditori", spiega Cabras, "ha già presentato alle Procure di Tempio Pausania e di Cagliari una querela finalizzata a capire la liceità dell’operato degli istituti di credito coinvolti e l’esattezza delle somme richieste da loro agli imprenditori agricoli, ipotizzando i reati di usura, evasione fiscale, truffa e appropriazione indebita". Perché stando a quanto ricostruito le banche sono cadute in piedi, coloro che avevano incassato (legittimamente), invece, vivono il disastro.
"La dimensione del problema", attacca il deputato pentastellato, "fa pensare non a una sommatoria di casi giudiziari isolati, bensì a un sistema vasto e ramificato. Roba da maxiprocessi (quindi a rischio paralisi giudiziaria laddove le ingiustizie corrono invece velocissime) oppure materia da Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, in raccordo con un’attività ispettiva da far avviare dal Ministero della Giustizia e con eventuali decreti che blocchino urgentemente le azioni esecutive a danno delle aziende, per salvarle".
ma cosa è successo di recente? "Mentre fino ad ora si è dato per scontato che il ruolo di custode del bene all’asta potesse essere svolto dallo stesso imprenditore, nell’interesse dell’integrità del bene e del proseguimento dell’attività dell’impresa", secondo Cabas, "attualmente il Tribunale sta procedendo alla nomina di custodi tramite l’Istituto di Vendite Giudiziarie. In tal modo si rende di fatto impossibile la prosecuzione dell’attività di impresa, indispensabile agli imprenditori per accumulare sufficiente liquidità in vista di una chiusura concordata della controversia, rischiando di pregiudicare il benessere del bestiame e la salvaguardia dell’integrità dei beni immobili". Un'emergenza sociale, la definisce il deputato, "per una storia che farà tremare molti palazzi".
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Agricoltura, pignoramenti e aste: "Scandalo da un miliardo in Sardegna"
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