CAGLIARI. Studia in quarta superiore. Elettrotecnica al Marconi. Dice: "Noi ci dobbiamo impegnare: da quando sono arrivato mi sono impegnato per integrarmi. Tutti noi dobbiamo fare così". E agli italiani: "C'è chi dice le solite cose, che noi veniamo qui per rubare il lavoro, che i loro figli andranno fuori per colpa nostra: non è così, avvicinatevi, fate domande, cercate di conoscere le persone prima di criticarle".
Un discorso di puro buonsenso quello di Mohamed Sangare. 21 anni, arrivato a Cagliari dalla Costa d'Avorio. Uno dei tanti che hanno tentato la traversata via mare a bordo di un barcone. Era tra tanti immigrati che questa mattina erano al Seminario, invitati dall'Arcivescovo per un incontro di pace e integrazione in vista del Natale. Mohamed ha le idee chiare. Chiarissime. "Ci sono zone poco sicure per noi immigrati a Cagliari", spiega, ma aggiunge: "Io rispetto, cerco di farmi rispettare con l'impegno. Ma capita che quando salgo sul bus mi guardano male. E io ho sempre l'abbonamento".