OLBIA. I parenti delle vittime del crollo del ponte di Monte Pino, venuto giù durante la tragica alluvione del 18 novembre 2013, dovranno pagare - e in fretta - per la rimozione delle carcasse delle auto sulle quali viaggiavano i loro cari. Inquinano, è il motivo. Il processo contro i presunti responsabili, sei anni dopo, è ancora alle battute iniziali, non un euro di risarcimento è stato erogato, ma lo Stato batte cassa. La notizia è riportata su La Nuova Sardegna in edicola oggi.
Si racconta della notifica dell'intimazione alla rimozione ricevuta da Alessandro Fiore, figlio di Bruno Fiore e Sebastiana Brundu, morti con la suocera Maria Loriga, e da Veronica Gelsomino, sopravvissuta a quel tragico volo. I Finanzieri del gruppo aeronavale di Olbia hanno intimato di togliere le carcasse dell'Alfa 147 e del fuoristrada nei quali sono morti i loro cari, entro giovedì, a loro spese. "Siamo indignati", ha detto Fiore alla Nuova.
I parenti delle vittime dell'alluvione costretti a pagare la rimozione delle carcasse d'auto
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