CAGLIARI. "Ti taglieremo la gola". "La settimana prossima tutti a casa sua". "Sei da crocifiggere". È una pioggia di minacce di morte quella piovuta contro l'ex presidente della Regione Mauro Pili, che ha presentato un esposto alla Procura di Roma contro la proroga della convenzione da 72 milioni tra lo Stato e la Tirrenia. Le offese sono il minimo. C'è chi si spinge, con nome e cognome, a promettere di assassinarlo. Tra questi, stando alle informazioni riportate sui profili, anche dipendenti della compagnia finita nel mirino del fondatore del movimenti Unidos.
“La convenzione dello Stato con Cin-Tirrenia va rescissa e non prorogata", aveva scritto Pili nel comunicato a corredo della denuncia presentata alla magistratura, "Chiunque del ministero delle infrastrutture e trasporti dovesse perseguire la proroga dell’illegittima e illegale convenzione deve essere perseguito penalmente. Si tratterebbe", sostiene ancora l'ex deputato, "di un illecito favoreggiamento e arricchimento ingiustificato e ingiustificabile di una società privata. Lo Stato aveva 8 anni per gestire la nuova continuità territoriale, arrivare all’ultimo momento per poi decidere una proroga significa aver palesemente perseguito il favoreggiamento della ex Tirrenia e di Onorato. Questa ipotesi non deve nemmeno essere presa in considerazione. Chiunque lo facesse deve essere perseguito anche sul piano erariale per un grave danno alle casse dello Stato”.
Da qui i commenti. E le minacce. Che lui prende seriamente. Ma aggiunge: "Prima di arrivare avvisatemi,in paese non siamo abituati a ricevere tanta gente insieme. Siamo notoriamente ospitali e non vorremo farci trovare senza le necessarie provviste per accogliervi".
"Ti taglieremo la gola": Pili minacciato di morte dopo l'esposto contro Tirrenia
- Redazione
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