CAGLIARI. Vita difficile per gli studenti universitari cagliaritani. Soprattutto per i fuorisede che sono circa il 53per cento del totale della popolazione studentesca che conta 24mila iscritti. I problemi partono dai posti letto, troppo pochi per chi ha diritto di averne uno perché ora se ne contano circa 600, arriveranno a 250 quando sarà pronto il primo lotto del campus universitario. Gli affitti in città ? Troppo alti per chi arriva a Cagliari per studiare.
E ancora i trasporti. Perché se è vero che i ragazzi hanno vinto una battaglia con la Regione che permette di avere una scontistica, dall’altra però si deve fare i conti con le linee e le frequenze carenti. A questo si aggiunge il problema delle mense. Il polo economico rimane scoperto, e quelle di via Trentino, via Premuda, piazza Michelangelo e cittadella universitaria, allo stato attuale non riescono a soddisfare tutte le richieste. Questi sono i temi sui quali intende lavorare Unica 2.0 che ha organizzato l’ottavo congresso dal titolo “Il pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà” proprio per analizzare i punti sui quali lavorare e votare i nuovi membri dell’esecutivo. “Aldilà di essere messi al centro dei processi decisionali”, ha detto Gaia Pitzalis, senatrice accademica Unica 2.0, “chiediamo che l’università possa essere realmente aperta a tutti e il diritto possa essere implementato affinché indipendentemente dalle condizioni economiche di partenza, tutti possano studiare, in maniera laica, e priva di discriminazioni”.