CAGLIARI. Non c'è solo il consiglio di munirsi di perline colorate per accattivarsi la simpatia degli indigeni. Ma poco ci manca. Lonely Planet, la guida-bibbia per tutti i viaggiatori non improvvisati, nell'edizione 2018 parla della Sardegna. E dà consigli, alle donne e agli omosessuali che vogliono vistarla. La visione? Un po' arcaica, per usare un eufemismo.
"Difficilmente le donne viaggiatrici saranno oggetto di molestie in Sardegna", si legge, "Nei paesi dell'entroterra però, dove le comunità sono molto conservatrici e vi sono ancora donne anziane che indossano lunghe gonne a pieghe e scialli sulle spalle, una donna che viaggia da sola potrebbe trovarsi in imbarazzo per la curiosità che suscita". Forse perché l'estensore immagina che venga vista come uno stano essere non meglio identificato. Così ecco il suggerimento: "Vestirsi in modo morigerato potrebbe rivelarsi saggio, oltre che essere un segno di rispetto. Nel dubbio, osservate come si vestono le donne del posto".
E i gay? Forse, secondo l'estensore della guida Lonely Planet sulla Sardegna, rischiano di stare anche peggio delle donne. Perché "benché l'omosessualità sia riconosciuta legalmente", c'è scritto, "la cultura locale è ancora conservatrice al riguardo". Con buona pace delle decine di migliaia di partecipanti al Sardegna Pride, a Cagliari. "In Sardegna", prosegue il testo, "non esiste una vera e propria scena gay, e le manifestazioni esplicite di affetto potrebbero suscitare reazioni sgradite, soprattutto nell'entroterra".
Certo, è possibile che sia stata commessa qualche leggerezza nella traduzione. Ma anche che questi consigli, mesi nella cosa del numero, siano avanzati da un'edizione di 50 anni fa. Minimo.