CAGLIARI. "Disdicevole per l'autonomia". "Assurdo". "Pressapochismo intollerabile". La notizia è di quelle destinate a fare (molto) rumore: Domenico Mantoan, il manager della sanità veneta che Christian Solinas ha chiamato solo qualche giorno fa a governare l'Ats - azienda unica per la tutela della salute in Sardegna - ha rinunciato all'incarico (LEGGI QUI). Resta in Veneto, dopo un confronto con il governatore Luca Zaia. La sanità sarda, nonostante un lungo tira e molla, rimane senza una guida. E in una calda e placida domenica agostana le reazioni e le spiegazioni, sul fronte centrodestra, si fanno attendere.
Francesco Agus
Arrivano, invece, quelle da sinistra. Le prime sono di Francesco Agus, dei Progressisti sardi in consiglio regionale: "Siamo stati informati dai quotidiani veneti: disdicevole per la nostra autonomia. È assurdo che il presidente della Regione", attacca, "non sapesse nulla e il suo ruolo sia così svilito così come è incomprensibile il fatto che la Giunta abbia nominato il manager più importante e influente della sanità sarda senza sincerarsi della sua concreta disponibilità a un incarico necessariamente full time. Un pressappochismo intollerabile. È drammatico che ancora oggi la sanità sarda sia allo sbando, senza nessuno titolato a decidere su contenziosi, acquisti e decisioni anche di ordinaria amministrazione".
Domenico Mantoan
Le conseguenze immediate per i sardi, secondo Agus? "Le decisioni della giunta in merito alla riduzione delle liste d’attesa e gli interventi sui piccoli ospedali rimarranno lettera morta perché in Ats nessuno può mettere in pratica quanto deciso e stanziato e nessuno potrà accordare un euro di incentivi e un ora di lavoro di straordinario al personale".
L'esponente dei Progressisti annuncia battaglia: "Presenteremo un’interpellanza per capire quanto sono costati ai sardi gli errori e l’inerzia della Giunta. Martedì, approfittando della presenza del Presidente in aula, avvenimento raro, chiederemo di capire meglio le intenzioni della giunta in materia di sanità e i criteri di scelta che sta pensando di utilizzare per le tante nomine attese da mesi. La sensazione è quella di essere diventati la “squadra B” delle ricche regioni del nord. Quella dove si mandare a fare esperienza nelle categorie minori i propri inesperti dirigenti locali, lautamente pagati dalla regione sarda mentre i titolari continuano a giocare in prima squadra".
No del manager veneto alla Sardegna, i Progressisti: "Assurdo pressapochismo di Solinas"
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