CAGLIARI. Il via libera del ministero c'è: il rigassificatore di Giorgino, maxi deposito di Gnl che dovrebbe garantire l'approvvigionamento del combustibile a Cagliari e non solo, è compatibile con l'ambiente. La commissione tecnica del dicastero il 5 luglio, ma le carte sono state pubblicate solo negli ultimi giorni, ha dato parere positivo alla realizzazione del progetto presentato dall'IsGas. Ma c'è un problema, e non di poco conto. Perché i giganteschi bomboloni dell'impianto che dovrebbe essere alimentato dalle navi gasiere dovrebbero essere installati nell'area del porto canale. Proprio nelle aree sulle quali insistono i vincoli paesaggistici imposti dalla Soprintendenza finiti al centro di una feroce polemica con la Regione perché sarebbero una delle cause del declino dello scalo marittimo industriale cagliaritano. Ma non è finita. Perché tutte le autorizzazioni per la realizzazione dell'intero porto canale sono decadute: le strutture sono tutte abusive e non stata richiesta alcuna sanatoria. Quindi lì, sul mare, non si può tirare su nemmeno una baracca per pescatori. Figuriamoci un deposito di gas che dovrebbe costare, secondo le carte progettuali, circa 80 milioni di euro.
I tecnici della commissione di valutazione ambientale lo dicono chiaro, a pagina 79 del parere: nulla osta al progetto, ma c'è la necessità di regolarizzare l'autorizzazione paesaggistica afferente al porto canale, si legge testualmente, incluso nel piano regolatore portuale. Non solo: viene anche posta la condizione sulla “necessità di acquisire dall'Istituto superiore di sanità la valutazione di impatto sanitario” del rigassificatore sulla popolazione.
Un aspetto sul quale puntano, indirettamente, anche gli oppositori al progetto, che chiedono anche maggiori certezze sulla sicurezza degli impianti.
La palla, comunque, rischia di essere buttata in tribuna: il futuro del porto canale, e del rigassificatore, potrebbe essere deciso dal consiglio dei ministri, che dovrà decidere sui vincoli che pare però nessuno voglia rimuovere.