CAGLIARI. Cinque anni fa non erano riusciti a trovare un candidato presidente della Regione. Questa volta ce l'hanno fatta, era Francesco Desogus, ma il risultato personale è stato deludente. Poi non si sa bene quale componente aveva trovato un candidato sindaco per le elezioni di Cagliari, Alessandro Murenu. La sua testa è stata tagliata da Luigi Di Maio, 24 ore dopo l'annuncio della candidatura: il le idee del medico del Brotzu su aborto e omossessualità era state considerate troppo lontane da quelle del Movimento. I candidati a Sassari e Alghero non hanno sfondato, anzi. Il Movimento 5 Stelle in Sardegna, quanto a consensi e organizzazione, è al punto più basso della sua storia. E due esponenti di spicco, Mario Puddu e Emanuela Corda, se le danno di santa ragione attraverso i social, con accuse neanche troppo velate.
A sferrare il primo colpo è l'ex sindaco di Assemini (dove peraltro è stata confermata la sua erede Sabrina Licheri), che ha scritto: “Vincere un'elezione o venire eletti può essere definito un bel punto di partenza, non si può certo nascondere la gioia, ma non è un traguardo, perchè (non per raffreddare gli animi) non si è fatto ancora Niente”. Poi ha aggiunto: "La vera vittoria avviene quando il proprio impegno attivo nelle istituzioni si tramuta in azioni concrete per la collettività. Solo allora un'elezione ha un senso. Quando si lascia il segno. Quando migliori le condizioni di vita della comunità che rappresenti. Se non si fa questo si stanno soltanto prendendo in giro gli elettori, rubando uno stipendio e scaldando una poltrona”.
Puddu ha colpito mentre il gruppo pentastellato in consiglio regionale si spacca a causa della decisione di Carla Cuccu, onorevole grillina, di schierarsi in giudizio contro il ricorso al Tar che contesta la legge elettorale sarda. I colleghi hanno preso le distanze, poi lei si è ritirata dal giudizio. Ma la frittata era fatta.
Perché intanto è arrivata Manuela Corsda, che ha accusato Puddu di essere l'artefice della candidatura al Parlamento di Andrea Mura, il deputato velista costretto a dimettersi a causa delle troppe assenze. La risposta dell'ex primo cittadino? “Besos”. Baci. Al veleno.
C'è poi la base, che conta defezioni continue, che accusa i vertici pentastellati sardi di essersi arroccati sulle loro posizioni, di gestire il Movimento a loro piacimento. E di aver perso completamente il legame con gli attivisti. Il Movimento 5 Stelle è spaccato. C'è da capire se da Roma – si legga Luigi Di Maio - arriverà un collante o la mazzata definitiva.