CAGLIARI. «Tante domande aleggiano nelle nostre teste, tra cui una in particolare: perché così presto, Riccardo? Perché non hai aspettato ancora un po’? Ci sono pezzi di quella notte che sono impenetrabili, per noi. Cose che noi non potremo conoscere. Momenti che chiedono silenzio, rotto troppo spesso da parole inopportune». Così don Emanuele Mameli, parroco di Madonna della Strada, nella sua omelia durante i funerali di Riccardo Madau, il giovane cagliaritano di 25 anni morto suicida nelle prime ore di venerdì, dopo aver litigato e picchiato la sua fidanzata, Manuela Picci. Che, stando agli ultimi dettagli emersi dalle ricostruzioni, lo aveva appena lasciato. Un raptus improvviso, con un grosso anello a fare ulteriori danni alla povera ragazza, svenuta dal dolore provocato dalla frattura della mandibola. A quel punto, l’insano gesto: credendo di averla uccisa, Riccardo si è lanciato dal cavalcavia di viale Ferrara, sopra via Schiavazzi. Con l’orologio che si è fermato sette minuti dopo l’ultimo sms inviato da Manuela agli amici.
La chiesa di via de Martis, a Mulinu Becciu, è piena a metà. Eppure sono tanti gli amici che hanno voluto salutare per l’ultima volta Riccardo. «C’è un pezzo di croce per tutti noi – ha detto ancora don Mameli – da portare con lui da oggi. Gesù da quella croce ci insegna che nessun istante o attimo della vita di Riccardo è stato vissuto lontano dall’amore di Dio, che conosce, accoglie e ama tutto di lui. Anche quell’ultimo spazio di tempo, per noi impenetrabile, è stato illuminato dalla luce del Signore. Oggi siamo qui per dire che, anche in quel momento buio, l’ultima parola per tutto e per tutti è quella di Dio. Che tutto conosce, tutto sa. E la sua parola è sempre di misericordia, di tenerezza, di perdono. Se Riccardo non ha trovato un appiglio, ad accoglierlo c’erano le mani di Dio. Per lui questo buio si trasforma in un giorno senza tramonto».
Inevitabile il pensiero a Manuela, ancora ricoverata al Brotzu in attesa del pieno recupero. «Ora a noi resta la preghiera, per tutti. Anche per Manuela e la sua famiglia. Siamo certo interdetti, impotenti e addolorati. Ma siamo qui anche per dire grazie al Signore di abbracciare Riccardo, così che possa stringerlo il calore del suo abbraccio misericordioso e per dare a noi la forza di ricominciare».