CAGLIARI. C'è un buco di 9 milioni di euro nel bilancio dell'Arst. A tirare le somme sulla salute delle casse - nel 2017 - dell'azienda dei trasporti è stato l'amministratore unico Chicco Porcu, durante un incontro con i sindacati. Che adesso temono "che l'Arst faccia la fine della Saremar", privatizzata dopo un lungo periodo di difficoltà. A lanciare l'allarme è la Cisl, per bocca di Valerio Zoccheddu: "Abbiamo chiesto senza ottenere alcuna risposta, quali erano le prospettive future dell’azienda considerando che dal 2 dicembre 2019 le concessioni del Trasporto Pubblico Locale devono essere messe a gara. A fronte dell’impegno delle organizzazioni sindacali. per sottoscrivere un accordo sugli esuberi di circa 90 autisti, che tanto scalpore ha suscitato comprese interrogazione in consiglio regionale, per favorire il ricambio generazionale e abbattere i costi del personale per il minor costo del lavoro dei nuovi autisti assunti, ci ritroviamo un bando per esternalizzare 766.856,35 chilometri annui per un appalto pari a oltre 4 milioni. di euro, senza che di ciò si sia mai fatto alcun cenno, che mal si concilia con la tanto strombazzata volontà dell’Arst di voler essere l’azienda di riferimento per il futuro della mobilità in Sardegna".
La preoccupazione è che "nel silenzio della Giunta Regionale, il tempo scorra inesorabilmente verso la data del 2 dicembre 2019 senza che niente sia stato fatto per decidere che fine devono fare le 5 aziende pubbliche del Tpl in Sardegna: Arst, Ctm, Atp Sassari e Nuoro e Aspo Olbia. Non vogliamo credere", conclude Zoccheddu, "che per Arst venga ripercorsa una strada già vista per Saremar aspettare senza far niente fino ad arrivare alla cessione ai privati di un’attività che produceva utili alla regione e servizi alla collettività".