CAGLIARI. Un bombardamento sull'assessore alla Sanità Luigi Arru. A trasformarlo in un bersaglio di polemiche e richieste di dimissioni la rivelazione del senatore del Psd'Az Christian Solinas che, documenti alla mano, ha attaccato: "Il ministero della Salute ha bocciato la riforma delle rete ospedaliera sarda e l'assessore nasconde i documenti" (qui la notizia).
Ecco smascherate le bugie di chi vuol polemizzare invece di difendere autonomia programmazione sanitaria consiglio regionale Sardegna; posta certificata il 7 settembre Ministero Salute, spedita e ricevuta 11 settembre assessorato Sanità:#serietà #serietà pic.twitter.com/gm98Gu6GXz
— Luigi Arru (@luiseddu) 13 settembre 2018
Il riferimento era al risultato dell'istruttoria della commissione ministeriale che doveva dare un giudizio sul piano di ridefinizione delle strutture sanitarie: lettera inviata ad Arru il 7 settembre, ma il confronto risalire al 31 maggio (quindi a quando al governo c'era Paolo Gentiloni). Arru ha replicato, accusando il governo di voler minare l'autonomia della Sardegna (qui la notizia).
Ma il sardista aveva ancora frecce al suo arco: "L'assessore Arru fa l'autonomista della domenica, chiamando oggi il popolo a raccolta contro il provvedimento di bocciatura della rete ospedaliera, che intesta surrettiziamente all'attuale governo ma dimentica che l'intero procedimento è nato e si è concluso sotto il Governo Gentiloni: infatti il Tavolo tecnico di monitoraggio si è insediato col ministro Beatrice Lorenzin, ha condiviso con la Regione Sardegna la "metodologia operativa" il 18 marzo 2016 (e dunque con l'Assessore Arru in carica ) ed ha definito gli esiti istruttori nella riunione del 31 maggio 2018. La Giunta regionale ha fallito sulla sanità". E, in più, quel documento con la bocciatura, arrivato a Cagliari il 7 settembre, non è stato reso pubblico: nessuno in consiglio regionale era a conoscenza della sua esistenza.
Il passaggio della relazione del ministero che stronca la rete ospedaliera sarda
E da qui, dal palazzo di via Roma, arrivano le reazioni. “L’assessore alla Sanità Arru conosceva da febbraio le prescrizioni del ministero sulla riforma della rete ospedaliera sarda, ma le ha nascoste ai sardi. Deve dimettersi”. A chiedere che Arru si faccia da parte è Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Ma il candidato governatore per FdI va oltre: “Assieme all’assessore devono andare via il suo Direttore generale, Sechi, e quello dell’Ats, Moirano, tutti complici di questa riforma inutile, dannosa e ora si scopre anche illegittima". "La giunta", commenta Edoardo Tocco (Forza Italia) ha dato vita all’Ats, un carrozzone che non ha cambiato le sorti del settore, per poi passare ad una riorganizzazione delle strutture isolane senza capo né coda. Un programma attuato attraverso l’approvazione degli atti aziendali – continua Tocco – in violazione di quanto previsto dal decreto ministeriale 70 del 2015, con l’inosservanza degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera". sempre da Forza Italia, Marco Tedde: "Il ministero della sanità ha decretato il fallimento del Piano della rete ospedaliera di Pigliaru e Arru, ma ha anche attribuito ad Arru la definitiva certificazione di Pinocchio politico". "Ora è chiaro come il riordino della sanità sia stato il più grande pasticcio politico della legislatura", attacca invece dall'Udc Gianluigi Rubiu, "con una confusione ed un disordine senza precedenti. Un epilogo davvero drammatico di una giunta che ha visto bilanci bocciati, leggi sospese, piano di sviluppo rurale da correggere, debiti fuori bilancio".
Difende Arru e attacca il governo il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau: "La bocciatura da parte del Ministero della Salute della legge di riordino della Rete ospedaliera rappresenta un gravissimo attentato all'autonomia della nostra Regione", dice, "Alla nostra isola che pur paga in proprio i costi della santità, viene impedito di utilizzare quegli spazi di discrezionalità, previsti nel DM 70 cui si fa riferimento nel parare ministeriale, in modo da rendere compatibile il sistema sanitario regionale con le peculiari caratteristiche orografiche e demografiche della Sardegna. Il provvedimento del Consiglio regionale, a differenza di quanto strumentalmente sostenuto da alcuni in questi mesi, ha garantito la presenza dei presidi di riferimento in tutto il territorio, prevedendo una razionalizzazione dell'intero sistema ed un rafforzamento dei servizi offerti nella stragrande maggioranza dei casi".
Il caso arriva anche a Roma e viene commentato anche dal coordinatore uscente di Forza Italia Ugo Cappellacci: "Pochi giri di parole: la ‘madre di tutte le riforme’ è una boiata pazzesca. Come un pugile suonato – prosegue l’esponente azzurro- Arru mena ormai colpi a casaccio, tenta di attribuire ad altri le responsabilità di un pasticcio tutto fatto in casa PD. Ormai – ironizza Cappellacci- non lo invitiamo più a dimettersi perché la Legislatura è finita, ma a ripresentarsi insieme al presidente Pigliaru per consentire ai sardi di esprimere democraticamente il giudizio sull’operato di una giunta di pastrocchioni e sulla loro corte sabauda”.
A difesa della riforma interviene il presidente della Regione Francesco Pigliaru: “Il Ministero ci chiede di chiudere i piccoli ospedali e di tagliare servizi. Noi non ci stiamo e difendiamo le scelte fatte lo scorso ottobre, nel rispetto dello stesso Dm 70, lavorando con il Consiglio regionale per garantire la permanenza dei servizi sanitari nei territori. Abbiamo salvato ospedali indispensabili utilizzando le prerogative previste dallo stesso Dm 70. Non ci interessano le polemiche su quando è arrivato il parere, chi governasse in quel momento, chi ha firmato la nota. Sono polemiche sterili da campagna elettorale. Quel che conta davvero è la battaglia che siamo pronti a portare avanti e chi starà con noi in difesa dei Sardi".