L'INCHIESTA. (Prima puntata) Parte tutto da Tossilo. Ma l’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari l’ingegnere di Macomer Gianni Mura, titolare dello studio Metassociati, è diventata molto più vasta e si articola su molteplici filoni. L’attenzione degli inquirenti è concentrata su numerosi appalti in molti centri della Sardegna – da Macomer a Sinicola, passando per Nuoro, Sorso e Assemini - e sulle presunte operazioni poco pulite messe in piedi per gestirli o provare a farlo: episodi non tutti contestati, formalmente, dal pm di Oristano Armando Mammone che ha tenuto le redini delle indagini. Ma a disposizione degli inquirenti ci sono centinaia di pagine di intercettazioni telefoniche e ambientali, mail tra i protagonisti delle varie vicende e rapporti su pedinamenti andati avanti per almeno un anno. Quei fascicoli sanno tanto di bomba pronta a esplodere. Mura è considerato dagli inquirenti un soggetto socialmente pericoloso, capace di manovrare le aggiudicazioni grazie ai suoi rapporti istituzionali a vari livelli.
Venerdì scorso nello studio di Mura si sono presentati gli uomini della polizia giudiziaria della Procura di Oristano. Una lunga giornata di perquisizioni, con il personale chiuso all’interno. I pc sono stati passati al setaccio. Poi Mura è stato informato del provvedimento di custodia cautelare – arresti domiciliari – della durata di 30 giorni emesso dal Gip oristanese Anne Cecilie Pinellò. Una settimana è passata e le notizie sull’inchiesta si sono rincorse tra mancate conferme e smentite. Ora si sa qualcosa di più.
Il professionista nato a Ottana settant’anni fa è stato arrestato per il suo ruolo di presunto manovratore dell’appalto per il rifacimento del porto di La Caletta, a Siniscola. Un’opera da costruire, grazie a un finanziamento (ancora da concedere) di oltre 8 milioni di euro di fondi regionali. Ma anche da progettare. E su questa fase di realizzazione dello scalo, quella sulla carta, si sarebbe concentrata l’attenzione dell’ingegnere: gli interessavano gli incarichi di progettazione.
La Procura ha monitorato a lungo i suoi incontri e le sue telefonate. Sarebbero emersi rapporti stretti, troppo secondo gli investigatori, con l’ufficio tecnico e gli amministratori di Siniscola. Tanto stretti che per la Procura Mura avrebbe redatto gratuitamente il progetto preliminare del porto, per arrivare alla presentazione in Regione e arrivare così a ottenere il finanziamento milionario. Ma la sua non è beneficenza, secondo gli inquirenti. Il professionista avrebbe messo le mani anche sul passaggio successivo, quello dello studio di fattibilità: assegnato a un prestanome, dopo una selezione pilotata – secondo i magistrati – per poi potersi candidare a realizzare la progettazione definitiva. L’intervento della magistratura avrebbe bloccato l’operazione.
Che non è l’unica finita sotto la lente. Perché, come detto, il monitoraggio sulle attività di Mura è partito dalle verifiche su un dettagliato esposto che riguardava gli incarichi professionali intorno al contestato potenziamento dell’inceneritore di Tossilo, a Macomer. Un’infrastruttura osteggiata da comitati e cittadinanza, che hanno anche vinto un ricorso al Tar contro al sua realizzazione, fortemente voluta dalla giunta regionale. La parola adesso è al Consiglio di Stato, al quale si è appellata la Regione: il tribunale amministrativo d’appello ha sospeso il blocco dei lavori imposto in primo grado e si pronuncerà dopo l’udienza del 6 luglio. Ma adesso si sta muovendo anche la Procura della Repubblica: sarebbero stati trovati ampi riscontri rispetto a quanto segnalato nelle denunce. E aprendo il pentolone Tossilo gli inquirenti hanno trovato di più, molto di più. Si parla di otto appalti, nei quali Mura avrebbe il ruolo del monopolizzatore – con una forte alterazione del mercato degli ingegneri sardi – in pochi mesi di intercettazioni e indagine. Se sono arrivati ad arrestarlo, è perché gli investigatori sono convinti che Siniscola sia solo la punta di un iceberg. E che esistesse un sistema, per utilizzare il linguaggio delle ordinanze, “criminoso”. Con ramificazioni dal Nuorese a Cagliari.
NEL VIDEO UNA MANIFESTAZIONE ALL'ESTERNO DELL'INCENERITORE DI TOSSILO