JERZU. Sono 17 gli indagati per il furto delle provette contenenti Dna e campioni biologici di migliaia di sardi che erano custodite nel Parco Genos di Perdasdefogu. In queste ore i carabinieri di Jerzu stanno notificando l'avviso di proroga indagini ai presunti responsabili: tra loro gli amministratori e i presidenti che si sono succeduti negli anni nella Shardna spa e Parco Gen.o.s, nonché i sindaci di alcuni comuni che avevano concesso arbitrariamente l'accesso agli uffici anagrafe comunali ai fini della ricerca.
Inizialmente i carabinieri avevano segnalato all'autorità giudiziaria 53 persone. Le accuse erano: furto aggravato, peculato, abuso d'ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Poi, per 36 di essi, la posizione penale è stata stralciata per sopraggiunta prescrizione. Le indagini, spiegano i carabinieri, sono particolarmente difficili vista anche la delicatezza della materia trattata e l'importanza degli interessi comuni. Per questo sono state seguite, conclude la nota, con grande attenzione dagli uffici del garante della privacy con cui vi e' stato un costante confronto.