CAGLIARI. “Il mio sogno per quando diventerò ‘grande’? Girare il mio Padre padrone”. A oltre trent’anni dalla sua finora unica esperienza da regista Gavino Ledda, oggi ottantenne, sogna di tornare a dirigere un film. Non uno a caso, ma la trasposizione cinematografica del romanzo che lo ha reso grande: “Padre padrone”. A portarlo sul grande schermo furono nel 1977 i fratelli Taviani, ma ora Ledda sogna di girarne una versione tutta sua. Trentaquattro anni dopo la sua prima volta sul set.
Era il 1984 quando l’autore sardo decise di abbandonare temporaneamente la macchina da scrivere per mettersi dietro e davanti a quella da presa girando “Ybris”, tratto dal suo romanzo del 1977 “Lingua di falce”. Un film al tempo stesso onirico e verista nel quale lo scrittore e regista di Siligo raccontava il difficile ritorno nel suo paese natale dopo aver inseguito e assaporato la libertà in “continente”.