CAGLIARI. "Sono stato vittima di un attentato dei servizi segreti". Lui è Davide Zedda, giornalista cagliaritano. Compare in un video con il viso un po' celato da cappello e occhiali da sole, mentre in mano tine un foglio scritto a penna: dice che è la denuncia che lui avrebbe depositato in una caserma dei carabinieri - non viene detto quale - a seguito del suo coinvolgimento, e della sua famiglia, in uno "strano incidente" (parole sue) che sarebbe avvenuto la sera del 4 dicembre.
Zedda racconta la presunta dinamica in un lungo audio pubblicato sul suo canale Telegram: uno spazio con decine di migliaia di iscritti che è un profluvio di contenuti complottisti, no vax, contro il governo e le istituzioni.
Lui, tra una richiesta di donazioni per fornire sostegno alla sua presunta attività di denuncia social e un video di verità alternative (le sue) disvelate, ha spiegato come sarebbero andate le cose.
Dove sarebbe successo tutto, non lo dice. Ma ribadisce: "Da 23 anni mi occupo di servizi segreti, avevo detto che ero in pericolo ma nessuno mi ha creduto". Esperto di intelligence, quindi, anche quando aveva una piccola società che editava libri a pagamento e quando si occupava di Cagliari calcio con un blog.
Ora ha raggiunto una certa notorietà. E agli iscritti al canale dice: "Non vi dico dove cazzo è successo. Ma ero in una Statale, ho girato su una provinciale (articoli indeterminativi suoi, chiaramente, ndr), una strada buia a due corsie. Ho visto 50 metri dietro di me un'auto civetta che bloccava il traffico, e un'altra 150 metri davanti". Nonostante il buio. Poi "un altro veicolo, guidato da qualcuno addestrato a eseguire una manovra che non riuscito a fare nemmeno Schumacher: a tutta velocità, folle, un piccolo Suv è arrivato contro di noi e con una mossa improvvisa si è abbattuto sul fianco sinistro della mia auto. I finestrini sono esplosi, il vetro è finito in bocca alla madre di mio figlio".
Come è finita? "Le auto civetta sono scomparse. Io sono riuscito a riaccendere la macchina e piano piano sono rientrato a casa". A chi chiede come mai tutta la vicenda non sia stata documentata in alcun modo, con foto e video (successivi) Zedda risponde: "Non sono cazzi vostri".
Poi il video, con il foglio compilato a penna in mano: "Per me sono stati i servizi segreti, mi hanno mandato un avvertimento. Denuncio lo Stato".
Roba da film, pare. La redazione di YouTg è disponibile, eventualmente, a raccogliere ulteriori elementi per dare un apporto di verità alla vicenda. Anche se (dovesse essere) falsa.