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Tre anni senza Amelia, il dolore del papà Corrado Sorrentino: "Andate dai vostri figli e abbracciateli"

 
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CAGLIARI. "Sembra solo un pavimento vero? Tre anni fa in queste ore Amelia iniziava a stare male, e quello che sembra essere un semplice pavimento fotografato per sbaglio non lo è affatto". Corrado Sorrentino, in un commovente post sui social, ricorda quel terribile giorno in cui è iniziato, per lui e la sua famiglia, l'inferno. Sua figlia, la piccola Amelia, 7 anni, iniziò a sentirsi male, nel cuore della notte: la corsa all'ospedale a Cagliari, il ricovero, e la situazione che precipita nel giro di poche ore.  "'Cosa ci fai ancora in piedi? Sono le 2 e mezzo, vai a dormire!' Ho detto io mentre ero sdraiato un po’ insonne nel letto", racconta Sorrentino ricordando il dialogo avuto quella note con Amelia, “Papà è solo per bagnarmi un po’ la faccia” ha risposto lei accaldata un attimo prima di svenire in quel pavimento".
 
"Così è iniziato il nostro incubo, chiamando una ambulanza in piena notte senza capire cosa stesse succedendo, e in realtà poi nemmeno loro ci hanno azzeccato, nessuno ci ha azzeccato, pensavano tutti fosse un esordio di diabete e nessuno mi ascoltava quando dicevo che aveva la pancia gonfia e dura, nessuno, fino a quando ha vomitato sangue poche ore più tardi, la mattina, in quella stanza numero 5 della pediatria. Così ci siamo ritrovati in un attimo catapultati in ospedale, io seduto per terra davanti alla porta blu, disperato e senza capire ancora ne sapere nulla di cosa stesse accadendo la dentro, in rianimazione".
 
Una disperazione che il papà Corrado ha provato a trasformare in generosità e lotta per gli altri piccoli malati con un'associazione che porta il nome di sua figlia. Ma il dolore è indelebile: "Io ogni anno dal 10 di novembre rivivo tutto, ogni momento si ripete, piango dentro e fuori, per lei che ha sofferto, per non aver potuto fare nulla se non chiedere aiuto e per noi che siamo rimasti qua costretti a vivere. Non cerco compassione, non cerco più nulla forse, ma vi prego di andare dai vostri figli, anche quelli più rompicoglioni, e abbracciateli, date loro un bacio sulla testa come facevo io mentre dormiva, dite loro che li amate e guardatevi allo specchio dicendovi che siete fortunati ad averli ancora, se avrete difficoltà a guardarvi negli occhi mentre siete allo specchio è perché avete qualche senso di colpa, ma siete in tempo per rimediare se state sbagliando qualcosa, perché loro sono ancora lì con voi, nella stanza affianco, vivi".