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Non voleva lasciare la pallavolo, i talebani la decapitano: orrore in Afghanistan

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KABUL. Mahjubin Hakimi, giovane atleta della nazionale di pallavolo dell'Afghanistan, è stata uccisa e decapitata dai talebani perché non voleva abbandonare la sua carriera sportiva. La terribile notizia riportata dall'Independent Persian e poi rilanciata su tutti i media internazionali, racconta la vicenda della giocatrice, che faceva parte di una società di Kabul, e che era rimasta in Afghanistan dopo il ritorno al potere dei talebani. Con il nuovo governo però per le donne, in particolare le sportive, è iniziato l'incubo. A nessuna è consentito praticare sport perché ritenuto "non è necessario". 

Mahjubin però non si era arresa. Una trentina di atlete della nazionale di volley afghana avevano raccontato di temere violenze da parte dei talebani: alcune compagne erano riuscite a fuggire dal Paese. Lei invece è stata uccisa, stando a quanto trapelato, a inizio ottobre, ma la notizia non è stata diffusa dai familiari per timori di rappresaglie.