CAGLIARI. Stando ai risultati dell'ultima indagine dell'Istituto superiore di sanità in Italia "c’è una circolazione sostenuta della variante inglese del coronavirus, che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. A livello nazionale la stima di prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 è pari a 17,8%". Sono i risultati preliminari della flash survey’ condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali.
I campioni analizzati sono stati in totale 852 per 82 laboratori, provenienti da 16 regioni e province autonome. La Sardegna, stando a quanto si apprende, non è nel computo. L'isolamento, collegato a una scarsa circolazione del virus, lascia pensare che la variante non abbia varcato il Tirreno. A oggi, 13 febbraio, nell'Isola si conta un incremento di casi pari a 87.
Il tema a questo punto è: quali sono le misure da adottare per evitare che anche in Sardegna si manifestino varianti de virus che, stando alle stime, sono il 50% più contagiose?
Il divieto di circolazione tra regioni, fatti salvi i motivi ormai noti di lavoro e salute, è stato prorogato fino al 25 febbraio. Risulta essere sufficiente? O è necessario prorogarlo? Potrebbero essere introdotte ulteriori misure di filtraggio come il passaporto sanitario (con vaccino o tampone negativo), anche se già bocciate dal precedente governo?