Storie

"Perché per raccontare la bellezza dell'Isola si descrivono sempre i sardi come esotici o primitivi?"

 Linea-Bianca-Enrica-Fois

 

CAGLIARI. "Un dolore mi trafigge il cuore. E succede ogni volta che leggo o ascolto che per descrivere la bellezza della nostra terra si debba per forza descrivere i sardi come esotici o, peggio, primitivi". Inizia così l'intervento inviato alla nostra redazione da Enrica Fois, consigliera della Municipalità di Pirri, indipendentista. A spingerla a scrivere l'ultima puntata di Linea Bianca, la trasmissione di Rai Uno che ha dedicato l'ultima puntata alle montagne della Sardegna, dall'Ogliastra al Nuorese. Dove si sono visto volare elicotteri dell'Aeronautica per raggiungere Lamarmora  e si è parlato di "volti selvatici" per definire le donne di Villagrande Strisaili. C'è chi ha apprezzato. Enrica Fois no. Ed ecco il suo pensiero.  

 

Un dolore mi trafigge il cuore. E succede ogni volta che leggo o ascolto che per descrivere la bellezza della nostra terra si debba per forza descrivere i sardi come esotici o, peggio, primitivi.

È successo anche di recente. Linea Bianca della Rai ha ricorso, nel 2020, ai più banali luoghi comuni per descrivere la nostra terra e chi la abita. Eppure molti sardi sono stati lì ad applaudire, a rilanciare, a rendere grazie perché si è parlato della Sardegna. Applaudiamo chi ci relega a comparse di un parco tematico chiamato Sardegna. Come lo schiavo che ringrazia il suo padrone perché gli permette di andare al suo seguito per servirlo, noi sardi spesso ringraziamo chi viene qui e parla di noi trattandoci come oggetti invece di soggetti.

Invece ogni sardo ha la propria soggettività. E non ci vuole molto per scoprirlo. Ogni giorno le cronache dei giornali raccontano di imprenditori lungimiranti, di Cagliari pioniera del digitale, di pastori che creano prodotti di successo, di viticoltori che curano e valorizzano un territorio, di persone comuni che vivono il loro tempo.

Le sconfinate e struggenti bellezze della nostra isola esistono anche se noi non andiamo all’aeroporto in abito tradizionale a prendere due tedeschi per portarli a fare il pane a casa. Le nostre tradizioni, i nostri costumi sono una ricchezza inestimabile, sono sacre e come tali dobbiamo rispettarle. Ma se non siamo noi i primi a rispettarli, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri?

Per questo io per prima chiedo rispetto e mi piacerebbe che fossimo in tanti a pretendere le scuse dalla Rai, per questa pietosa sceneggiata mandata in onda pochi giorni fa.