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"Malata con sintomi Covid, rischia di morire: nessuno aiuta una donna a Sinnai"

Percorso-febbre

SINNAI. Sintomi pesanti da contagio di Covid. Sola e abbandonata in casa, nonostante le rassicurazioni di "intervento imminente". E quando chiama il 118, le rispondono da Roma. È la situazione  vissuta da una settantacinquenne di Sinnai, raccontata da Mimmia Fresu, ex sindacalista, attivo nel campo del sociale. Ecco il racconto delle peripezie. 

Ne manca uno ai 538 contagiati di ieri in Sardegna. Uno non ancora registrato.

Uno in attesa che il sistema sanitario regionale si decida di occuparsi di lei, una donna che da lunedi presenta i sintomi del coronavirus; che ha avvisato l’ATS, la responsabile del comune per l’emergenza Covid, il sindaco (la località è Sinnai) il 118, e tutti le hanno le hanno assicurato l'immediato intervento.

Ieri ha squillato al mio telefono chiedendomi aiuto.

Parlava a fatica con le parole spezzate dai colpi di tosse, mi ha raccontato che ha la febbre, che si muove a fatica per i forti dolori alle articolazioni, la respirazione difficoltosa, odori e sapori scomparsi, autoreclusa in uno stanzino da cinque giorni e nessun sanitario che sia ancora andato a sincerarsi della sua condizione, a prestarle soccorso.

Le ho imposto di non smettere di chiamare il 118 ma dopo cinque telefonate in cui si sentiva rispondere: “signora, questo è il 118 di Roma”, proprio così, Roma, si è abbandonata allo sconforto, alle lacrime.

E sì che ho scomodato un po’ di persone, che mi hanno confermato problemi dovuti allo stato di emergenza, persino con i gestori telefonici; sono riuscito a far informare della situazione di questa donna anche il direttore del centro di emergenza, ma ancora stamattina, quinto giorno, c’è una donna di 75 anni sola, in pericolo di vita e nessuno, ancora nessuno, che si sia occupato di lei.

Ancora un’ora poi chiamerò i carabinieri, la polizia, la forestale, i barracelli, ma qualcuno dovrà rispondere o ne risponderà.

E mentre non riesco a prestare aiuto a una donna in pericolo di vita, penso alla vacuità di quelli la cui unica preoccupazione è il DPCM che gli impedisce la tradizionale tavolata natalizia, con il selfie d'ordinanza all'agnello in cottura.