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Sul libro delle elementari il bimbo "nero" parla come uno schiavo dei vecchi film: è polemica

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ROMA. Un bambino "di colore" che entra in seconda elementare, con tutta probabilità, è nato e cresciuto in Italia. E la siua parlata sarà anche appesantita dall'accento del luogo dove abita, che sia Roma, Milano o Cagliari. Eppure in un testo distribuito nelle scuole c'è una pagina nella quale uno di loro, rappresentato in mezzo ai compagni, si esprime come Mami, la serva nera di via Col vento. Tutti i fumetti riportano le buone intenzioni dei giovani scolari sotto la voce "Io vorrei..." e al piccolo "non bianco" cosa si fa dire? "Quest'anno io vuole imparare italiano bene". Roba che nemmeno una parodia si fa più così nel 2020. 

Il testo non è sfuggito. Tanto che la pagina Educare alle differenze chiama in causa la casa editrice: "Un libro che entra in classi interculturali in cui bambine e bambini nat* e cresciut* in Italia hanno colori diversi, famiglie miste, adottive, genitori che provengono da altri paesi ma vivono qui da anni o che sono a loro volta nati e cresciuti qui. Ma anche bambin* arrivat* da poco che portano con sé le loro culture d’origine e che costruiscono in quelle classi nuove identità meticce fatte di incontri e reciproche contaminazioni". 

La contestazione non resta inascoltata. La casa editrice, il gruppo Raffaello, si scusa: "In molteplici occasioni siamo stati portati ad esempio per aver promosso nei nostri libri di testo temi come la parità di genere e l’integrazione multiculturale. Ci scusiamo per l’illustrazione oggetto di molte critiche, che ha urtato la sensibilità e offeso, non era certamente nostra intenzione. Ci teniamo a sottolineare che il libro in questione è un progetto di oltre seicento pagine e il messaggio veicolato è di totale inclusione. Abbiamo già provveduto a modificare la pagina".