CAGLIARI. "E poi ti arriva quella telefonata che tanto hai temuto in questi 3 anni: "Non venga signora per la trasfusione del bambino, non abbiamo sangue". La chiamata l'ha ricevuta M.C., mamma di Matteo. Vivono in un paese dell'Oristanese con papà e due sorelline ed erano pronti a partire alla volta di Cagliari, destinazione ospedale Microcitemico.
Il piccolo Matteo è talassemico e la sua vita è legata alle sacche di sangue che si riempiono grazie alla buona volontà dei donatori. Ma adesso sono poche. Non bastano. La carenza di plasma, a fine estate in Sardegna, è un problema cronico. Ma raramente partono queste chiamate: quest'anno pare peggio degli altri. Stando a quanto trapela la telefonata è stata ricevuta da molti talassemici. E coloro che non possono proprio rinviare la trasfusione hanno avuto a disposizione due sacche anziché le solite tre. Matteo è a casa. Deve aspettare. Per lui non ci sono alternative, al momento. E la madre lancia un appello: "Mi sento così impotente. Lo chiedo con il cuore in mano: a chi può, donate. Il sangue è un farmaco salvavita che non si può produrre in laboratorio". Ma può trovarsi grazie alla generosità. I centri Avis sono a disposizione.