SAN SPERATE. "Della privacy non me ne frega un ca..o: mio marito è risultato positivo al Covid-19, io no. Vorrei avvertire chi lo ha incrociato, chi ci ha parlato: aveva la febbre da 16 giorni. Lo devo al mio paese". Un duro sfogo quello di Margherita Errante, di San Sperate, che dice "fanc..o alla privacy" per mettere in allerta tutti coloro che sono stati a contatto col marito. Non chiede l'anonimato perché crede che chiunque abbia avuto a che fare con lui potrebbe rischiare si essere stato contagiato. E mette in piazza la malattia, per tutelare gli altri. Ma anche per dire che qualcosa nel sistema dei controlli non ha funzionato,  

"Da 16 giorni", racconta, mio marito ha avuto la febbre, anche a 40. Ho lottato come una jena per capire cosa avesse.  Ho telefonato al 112, mi danno il numero verde, mi dicono che se ha solo febbre non è nulla, ma la febbre continuava. Chiamo il 118 per tre volte prima che dopo la quarta venissero. Lo hanno visitato e hanno detto che non credevano fosse coronavirus. "Se lo ricoveriamo peggiora, se rimane a casa è meglio anche perchè suo marito ha una demenza", le hanno detto.  "Si ma noi?", continua la donna,  "poi finalmente il dottore fa la telefonata all'unità di crisi, ieri a me e a lui fanno i tamponi.  Dopo 15 giorni di febbre. L'esito di oggi è stato che mio marito ha il covid19, io no". E si rivolge al paese: "perché a me della privacy non me ne frega un cazzo, e vorrei avvertire chi l'ha incrociato, o chi ci ha parlato, visto che lui non mi sa dire nulla. Non mi vergogno, è una pandemia che non guarda in faccia nessuno, quindi se possibile aiutiamoci. Fanculo la privacy e pensate bene se avete parlato con mio marito circa 15 giorni fa. Un grande abbraccio a tutti voi. Questo lo devo al mio paese". 

Si tratta di uno dei tre casi di coronavirus registrati in paese, dei quali ha parlato il sindaco Enrico Collu