Storie

"Diamo un futuro ai 10mila sardi affetti da autismo e alle loro famiglie"

 

CAGLIARI. Davide oggi ha 5 anni, la diagnosi per lui è arrivata quando aveva 2 anni e mezzo. Da un anno non parlava più. Poi è arrivata la scuola, dove non sempre si trovano le competenze giuste per affrontare il problema. Nicola invece di anni ne ha 23, la scuola è finita, rimane il centro diurno. E la sua quotidianità, scandita dalla sua routine: la doccia secondo una procedura ben definita, colazione, e poi le sue attività all’interno del centro che frequenta tutti i giorni.

Sia Davide che Nicola sono affetti da autismo. Le loro storie sono diverse, diversa anche l’età, per loro però, e per tutti i 10mila affetti da autismo in Sardegna rimane un’incognita: il futuro. E ancora: le strutture, maggiori tutele per le loro famiglie. Troppo spesso le istituzioni sono assenti, così scendono in campo le associazioni per offrire i servizi necessari. Se ne è parlato oggi durante il convegno sull’autismo organizzato dall’associazione “Cultura e Solidarietà Giuseppe Mazzini”.

“Cerchiamo di dare voce a chi ha bisogno di essere sentito, è una sindrome ancora poco conosciuta”, ha detto il presidente Salvatore Serra, “c’è molta diffidenza, si hanno molti problemi a livello burocratico, spesso non si sa come muoversi e le famiglie hanno molte difficoltà ad accettare la malattia”.

“Anche il Comune di Cagliari deve fare la sua parte, deve interloquire con la Regione affinché possa intervenire per garantire maggiori diritti alle persone affette da autismo al compimento del loro diciottesimo anno”, ha sottolineato Stefano Schirru, consigliere comunale di Cagliari. “Servono strutture, maggiori tutele anche per le famiglie, oggi anche solo per una diagnosi occorrono diversi mesi e questo può essere migliorato”.