PULA. In Sardegna c'è una miniera che vale un miliardo di euro. Forse di più. A tanto ammonta l'investimento per la realizzazione dell'Einstein telescope, l'infrastruttura ultratecnologica progettata per intercettare le onde gravitazionali (teorizzate dal padre della relatività), la voce dell'universo. Le gallerie di Sos Enattos, a Lula, sono il luogo ideale per la sua costruzione e la Sardegna potrebbe giocare un ruolo importante nella ricerca scientifica del futuro. Ma c'è da sconfiggere la concorrenza di tedeschi, olandesi e belgi, che vogliono che la scelta ricada su un altro sito.
Di questo, e delle opportunità per l'Isola (ma anche per l'Italia) si è parlato a Pula nella giornata di apertura della Conferenza biennale della Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione (Sigrav). L'incontro si intitolava appunto "Il progetto Einstein Telescope nella miniera di Sos Enattos a Lula". Al tavolo dei relatori c'erano tutti. Dal docente di fisica teorica dell'Università di Cagliari Mariano Cadoni, che ha fatto un po' il padrone di casa, a Fulvio Ricci (motore del progetto, dell'Infn), e Speranza Falciano (Vicepresidente Nazionale INFN), Massimo Carpinelli (Rettore Università di Sassari), Micaela Morelli (Prorettore Università di Cagliari), Nicolò D’amico (Presidente Nazionale INAF), Raffaele Paci (Assessore Programmazione RAS), Senatore Giovanni Marilotti, Gilberto Saccorotti (Direttore Sezione INGV di Pisa), Mario Cabriolu (IGEASPA), Alberto Masoni (Direttore Sezione INFN di Cagliari), Giovanni Bongiovanni (Direttore Dipartimento di Fisica, Università di Cagliari), Emilio Molinari (Direttore INAF - Osservatorio di Cagliari").
Tutti a dire: dobbiamo riuscire a far costruire l'Einstein telescope in Sardegna. Perché Lula col suo spopolamento, paradossalmente, è il luogo ideale per il silenzio, ma anche per l'assenza di sismicità e la facilità nei collegamenti. In più sull'Isola ci sono due università, il radiotelescopio di San Basilio, eccellenza della ricerca.
“Il progetto Einstein Telescope prevede investimenti per centinaia di milioni di euro. Se Lula sarà scelta come sede destinata a ospitare questa importante infrastruttura, ci saranno ricadute enormi, in termini economici e di sviluppo, non solo sul territorio ma sull’intera Sardegna. Noi ci contiamo – ha affermato l’assessore Paci – il sottosuolo di Lula, a detta degli studiosi, è il luogo ideale in Europa dove realizzare l’opera. Stiamo lavorando insieme a tutte le istituzioni, dal Miur all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dalle Università di Cagliari e Sassari alle comunità locali, per promuovere la candidatura dell’Italia, e quindi della Sardegna. Abbiamo già finanziato con un milione di euro l’apertura di laboratori e strutture di ricerca nell’ex miniera di Sos Enattos e – ha aggiunto Paci – siamo pronti a mettere in campo altre risorse finanziarie. Il progetto ET potrebbe davvero cambiare la storia di un territorio come quello di Lula, e la Sardegna diventerebbe sede privilegiata di ampi settori della ricerca scientifica e tecnologica, con il coinvolgimento di centinaia di studiosi, l’interesse di numerosi investitori pubblici e privati, e grandi vantaggi in termini di qualità dei servizi e crescita culturale. Ecco perché stiamo puntando su questo genere di infrastrutture: vogliamo valorizzare i nostri centri universitari, la nostra comunità scientifica e il nostro capitale umano. Con la ricerca e l’innovazione – ha sottolineato Paci – possiamo davvero connetterci con il resto del mondo”.
In Sardegna c'è una miniera che vale un miliardo di euro (grazie a Einstein)
- Redazione