Sport

L'allenatore dell'Aquila ai sardi del Taloro Gavoi: "Animali, caccia all'uomo in campo"

L'AQUILA. Altro che finale di partita con spuntino e cumbidu (pranzo offerto), nel rispetto della migliore tradizione sarda. "Questi che ci hanno fatto il terzo tempo oggi hanno  fatto una caccia all'uomo, tutta la partita. All'andata Romanucci è stato morso al collo da uno di questi animali". 

Parole pesantissime quelle dell'allenatore de L'Aquila, Sergio Lo Re, in conferenza stampa dopo la fine della semifinale di ritorno dei play off di Eccellenza. L'avversario era il Taloro Gavoi. Il match di andata era finito 3-1 per gli abruzzesi, in Barbagia. E, nonostante la sconfitta, i sardi avevano allestito un terzo tempo "alla sarda", con banchetto finale offerto. Un gesto che aveva fatto inneggiare ai massimi valori della sportività. 

Ieri si è giocato il ritorno, con pareggio 2-2 e passaggio del turno per L'Aquila. Sardi eliminati, rissa in campo, espulsioni. E Lo Re spiega che lui, nonostante quel gesto di sportività  tanto celebrato, dice che aveva intuito che ci fosse qualcosa che non andava: "Quel terzo tempo è stato fatto perché si doveva giocare qua", dice infervorato dopo aver messo in cassaforte la qualificazione, "io vi avevo avvisato tutti quanti". A quanto pare c'è proprio qualcosa che non va nella squadra di Gavoi, per Lo Re: "La loro partita con l'Ossese è finita in rissa dopo sei minuti, perché questi (i giocatori del Taloro, Ndr) fanno solo questo". 

Negli spogliatoio, prima che Lo Re parlasse, i sardi hanno cantato: "Pensano di averci rovinato la finale", visti gli espulsi tra le file abruzzesi, "ma si sbagliano: intanto prendono un aereo e vanno a casa. 

"Ha perso il calcio", ha proseguito il tecnico, ". Noi eravamo sul 5-1 (sommati i risultati di andate e ritorno in corso, ndr) poi un animale seduto in panchina (non è chiaro se si si riferisca al mister del Taloro) ha aizzato tutta la squadra. Ci hanno preso a schiaffi, a pugni e a calci. Avrei voluto vincere 10-0 perché io avevo subito insulti già in Sardegna. Quelli sanno solo insultare. Sono venuti a fare uno schifo".