Scienza e tecnologia

Gates Foundation, coronavirus, comunicazione virale e "teorie del complotto".

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 Il sito web del NEO-Journal

Sul sito internet del Neo-Journal  NEO (New Eastern Outlook)   il 18 marzo  è apparso un dettagliato articolo, firmato dal giornalista americano indipendente William Engdahl che solleva molti dubbi   riguardo una serie di strane connessioni e coincidenze tra le recenti attività della Bill & Melinda Gates Foundation e le  case farmaceutiche impegnate nella ricerca dei vaccini su diversi virus, compreso il COVID19,  e il dilagare di questa pandemia.  (qui trovate la versione in inglese dell'articolo)

Nell'articolo si mette l'accento sulla singolare coincidenza  tra le  dichiarazioni pubbliche di Bill Gates, durante il Forum economico mondiale di Davos del 2017,  nelle quali chiedeva di "accelerare lo sviluppo dei vaccini di cui avremo bisogno per contenere l’insorgere di future epidemie usando i progressi della genomica per mappare il DNA e l’RNA di vari patogeni”   e le attività recenti della sua Fondazione che, nell'ottobre 2019, hanno visto la collaborazione con il Johns Hopkins Center for Health Security per mettere in atto quella che è stata definita la simulazione di uno scenario inmmaginario di pandemia. Una simulazione che ha coinvolto molte figure di spicco  della sanità pubblica e privata in un evento internazionale  chiamato Event 201.

L'articolo di Engdahl cita anche la partecipazione di Bill Gates, nel lontano 2014 durante l'altra epidemia del virus Ebola, ad una famosa  TED conference  nella quale dichiarava che "nessuno Stato, azienda multinazionale o potenza economica al mondo sarebbero mai stati in grado di fronteggiare un virus letale in grado di diffondersi come un'influenza e contro cui non esistesse cura o vaccino".

Il video della TED Conference di Bill Gates

Da quella visione "profetica" di allora, i fondi della Gates Foundation hanno iniziato a promuovere lo sviluppo dei vaccini su tutti i possibili fronti con una agenzia, la CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations), direttamente finanziata dalla stessa Fondazione Gates. Molte aziende e multinazionali farmaceutiche hanno ricevuto e ricevono, ogni anno attraverso la CEPI, diversi milioni di dollari.

In particolare, per quanto riguarda lo sviluppo di vaccini contro il coronavirus,  la CEPI ha  finanziato pesantemente la statunitense Inovio Pharmaceuticals, che ad aprile inizierà la sperimentazione sull’uomo del suo vaccino chiamato INO-4800. Ma anche la società biotecnologica MODERNA Inc, che sta lavorando ad un altro vaccino concorrente chiamato mRNA-1273 e ha come partner nietemeno che il  NIAID (Istituto nazionale americano malattie infettive) diretto da Anthony Fauci, che ricopre il ruolo istituzionale di responsabile del servizio di risposta all'emergenza virus dell’amministrazione Trump.  La cosa interessante del vaccino contro il coronavirus di Moderna/Fauci & Gates è che è stato sintetizzato nel giro di poche settimane e  subito trasferito al NIH per essere testato su cavie umane, non su cavie da laboratorio come avviene normalmente. Oltre a queste due società, la CEPI e la Gates Foundation finanziano  anche una importante azienda tedesca, la CUREVAC che dal 2015 ha ricevuto oltre 8 milioni per sviluppare la propria tecnologia mRNA contro il COVID19.

Con simili presupposti è intuibile quanto questo articolo di William Engdahl stia avendo massiccia diffusione attraverso vari canali web, americani e non, in particolare quelli legati a testate indipendenti che operano nella controcultura e contro-informazione o sono comunque contrarie alle logiche politiche dell'Amministrazione Trump.  Logiche che alimentano i pervasivi rapporti economici che negli USA, da sempre,  regolano gli equilibri di forza tra diverse lobby di finanziatori delle campagne elettorali dei singoli candidati e la politica federale e locale.

E' noto quanto In America le aziende e i soggetti  "stakeholders", ovvero portatori di interessi economici in ambito sanitario privato lavorino fianco a fianco con la maggior parte della classe medica che, in qualche modo, dipende direttamente o   indirettamente delle scelte delle grandi case farmaceutiche e corporation assicurative che fanno affari nel settore.  Dall'altra parte ci sono i politici, si tratti di "grandi elettori" oppure  membri del congresso  (che decidono non solo il nome del Presidente ma, con lui, anche l'immenso apparato dello "spoils system" governativo e del'intero establishment  federale che lo accompagna alla Casa Bianca) oppure si tratti dei governatori dei singoli stati e degli apparati di governo locale che hanno competenze in ambito sanitario cambia ben poco.

Di qualsiasi aspetto o ambito governativo si stia parlando, neghli States si contano sulle dita di una mano i politici che non dipendono, per il futuro delle proprie carriere, dalle scelte di sponsorizzazione guidate dalle maggiori Aziende private che operano nel Paese. Ogni campagna presidenziale ha alle spalle patrimoni personali miliardari e investimenti di centinaia di milioni di dollari.

Se non fossero quindi i futuri Presidenti americani a dipendere dalle aziende che pagano le loro campagne elettorali state pur certi che saranno le aziende a dipendere dai futuri presidenti. E il fatto che, tra le fila dei repubblicani,  vengano eletti miliardari come Trump o che tra i democratici spuntino possibili sfidanti come Bloomberg, penso lo dimostri ampiamente.

Tutto il sistema della rappresentanza democratica negli USA si regge non soltanto sul consenso elettorale dei cittadini ma sopratutto sulla sponsorizzazione economica privata.  Avviene in qualsiasi settore della politica che abbia peso decisionale su scelte che coinvolgano i processi economici.

Diverse testate  giornalistiche  stanno quindi  analizzando gli aspetti delle attività della Gates Foundation e i suoi rapporti con le "big pharma"  (ovvero le grosse compagnie farmaceutiche)  e con  le Amministrazioni USA, repubblicane o democratiche che si sono avvicendate in questi anni. Ed è tristemente noto quanto entrambi abbiano adottate sempre politiche pubbliche di Wellfare quasi inesistenti e ben poco inclusive.  Fatta forse eccezione per "l'Obama Care", la nota riforma sanitaria del Presidente Obama, che resiste per miracolo, essendo osteggiata da più parti e non solo dai conservatori,

Quindi, abbiamo constatato quanto il business legato alla sanità privata e alle  "Health insurance companies"  detti legge in America e in molti altri paesi del mondo, discernendo sul diritto alle cure, alla vita e alla morte delle persone, discriminandole in base al reddito e al  "censo" economico e sociale. E quando si vanno a toccare argomenti come questi  è naturale che si sollevi più di un interrogativo sulla liceità dei comportamenti di entrambi i fronti. Quello imprenditoriale economico privato e quello politico.   Anche perchè,  non solo negli Stati uniti ma anche  in Europa, sia i partiti conservatori che quelli democratici, sollecitati dalla miopia tecnica degli analisti economici, sono tutti abbastanza concordi nel sostenere che le politiche di welfare pubblico siano una delle maggiori cause di indebitamento degli Stati e quindi le spese e gli investimenti in tal senso  vadano costantemente ridotti.

Questo tipo di  ragionamenti si son fatti negli ultimi vent'anni anche in Italia,  favorendo in tal modo la crescita esponenziale del business della sanità privata.  E' giusto osservare come finora, il nostro paese con il suo Servizio Sanitario Nazionale abbia anche costituito una eccezione rispetto altri paesi europei. La cosa non ha comunque frenato la crescita della sanità privata favorita anche dall'inerzia della classe politica su questi temi.

Fortunatamente oggi ci troviamo con un sistema sanitario pubblico italiano in gran parte gratuito e accessibile a tutti ma di alta qualità che, anche per questo,  in tempi di emergenza inaudita e straordinaria causata del Corona Virus riesce a far fronte solitario contro la catastrofe, mostrando tutti i suoi eroismi insieme ai tanti suoi limiti.

Invece le grandi aziende private che si occupano di farmaci e sanità, di eroismo ne dimostrano sempre ben poco. Emulando meccanismi molto americani  in qualche modo fanno operazioni di retroguardia molto più remunerative e semplici. Osservando i combattimenti a valle dalla posizione in collina e stando ben lontano dal fronte dove gli scontri avvengono.  E' sempre stato così. Le operazioni di sussistenza per il cibo e le medicine, fanno il paio con il rifornimento di armi per le truppe mandate al macello. E questo tipo di business, in tempo di pace, è remunerativo quanto in tempo di guerra.

E' necessario ribadire tutto  questo, a mio avviso, a costo di risultare noiosi. Perchè, anche per quanto riguarda la comunicazione, bisogna purtroppo constatare come la maggior parte dei media "mainstream" occidentali, compresi quelli italiani, sembrano occupare anch'essi postazioni di retroguardia. Rivolgono sempre troppo poca attenzione a questi temi. E quando lo fanno peccano di superficialità e di estremo rincorrere l'instant-news e il social-lifestyle.

SLa comunicazione mediatica predilige l'iperbole del Palazzo di Cristallo dove l'ampia visibilità del tutto distoglie l'attenzione dai dettagli. La riflessione analitica non è consona alla velocità e modernità. La cosa annoia sia i comunicatori che i fruitori delle informazioni. Ma, senza nessuna attenzione ai dettagli, scompaiono discernimento e obiettività.

In questi tempi bui e di emergenza, all'informazione e alla comunicazione verso l'opinione pubblica di massa,  si riservano solo attenzioni e toni emergenziali. Si impongono regole e restrizioni generali, si chiedono sacrifici collettivi e individuali. La paura del virus rende tutti sempre più fragili e insicuri. Quindi propensi all'accettazione di qualsiasi imposizione e anche facilmente manipolabili da chi possieda qualsiasi leva di potere. La paura rende anche più propensi ad accettare le false semplificazioni come sostitutive di realtà molto più complesse. 

D'altro canto però è anche importante osservare come, molte delle informazioni circolanti sui media indipendenti, definibili come "antagonisti" o comunque non appartenenti ai circuiti mediatici "mainstream" di cui parliamo, possano essere altrettanto manipolate o manipolabili. Possano rappresentare anche esse false semplificazioni di problemi ben più complessi.

Potrebbe quindi non esistere affatto un "Grande Complotto" della Gates Foundation insieme alle Big Pharma, come il NEO-Journal e William Engdahl sembrano suggerire. Oppure potrebbero paradossalmente esistere molti "piccoli complotti". E per ognuno di essi potrebbero esistere,  come nelle migliori spy-stories o nei libri di fantascienza distopica alla Norman Spinrad, non uno ma  molti "Agenti del caos". Tutti in in grado di operare e giocare guerre diverse, contemporaneamente, su molti tavoli e su tanti fronti.

Per questo motivo, consiglio a tutti di cercar di andare oltre la superficie. Entrare nei dettagli e capire bene quali siano i protagonisti e lo scenario nel quale tutta questa storia si muove.

E' doveroso  farlo per far si che ognuno di noi possa farsi un'idea personale sulle reali forze in gioco quando si parla di interessi economici, politiche globali e manipolazione delle informazioniSi tratta di scenari con avvenimenti che, seppure all'apparenza distanti, in realtà riguardano il futuro di tutti noi. Perchè riguardano tutto quello che passerà come vero o falso attraverso i media e sulla rete internet onnipresente condizionando la rete di relazioni economiche e sociali internazionali.

Qualcosa che somiglia tanto ad un  battito d'ali di una farfalla che, partendo dalla Cina o dagli Stati Uniti,  arriva come un uragano fin dentro le nostre case, sugli schermi delle nostre Tv,  dei nostri computer o cellulari. Si tratti di farfalle, di comunicazione mediatica o di virus, per un verso o nell'altro, questa pandemia globalizzante ci riguarderà tutti e sempre più da vicino.

Qui sotto trovate ulteriori spunti di approfondimento.

Bill Melissa Gates

Bill e Melinda Gates mentre ricevono un'onorificenza da Barack Obama

L'articolo  completo di cui vi ho parlato, tradotto  in italiano,  è stato recentemente pubblicato sul blog di controinformazione "ComeDonChisciotte"

Questo sito, come molti altri, ospita tesi e argomenti che sono quelli di editoria, sopratutto online, di contro-informazione. E articoli ripresi da altre aree riguardanti la comunicazione antagonista, anti imperialista e anti americana.  Per quanto riguarda invece gli altri autori e soggetti citati nell'articolo:

  • La BMGF (Bill & Melinda Gates Foundation) è una fondazione privata americana fondata nel 2000 dai coniugi Gates. Ha sede a Seattle, ed è ritenuta  la più grande fondazione privata del mondo, in quanto controlla e gestisce, a livello globale, oltre 46 miliardi di dollari di attività. Gli obiettivi della fondazione sono migliorare l'assistenza sanitaria e ridurre il divario sociale nei paesi più poveri e, negli Stati Uniti, espandere le opportunità educative e l'accesso alle tecnologie dell'informazione.  La fondazione è controllata dai tre fiduciari: Bill e Melinda Gates e Warren Buffett. Secondo gli analisti finanziari  le economie di scala della fondazione e il modo in cui cerca di applicare le tecniche di business la rendono uno dei leader nella cosidetta "filantropia del rischio".
  • Il CRG (Centro di Ricerca sulla Globalizzazione)  è una diretta emanazione dell'Istituto di Studi Orientali dell'Accademia delle Scienze Russa e ha come presidente Michel Chossudovsky, americano-russo di origini ebraiche,  professore emerito di economia  alla University of Ottawa e autore di libri quali:  The Globalization of Poverty and The New World Order e "America's War on Terrorism" o il più recente  intitolato "Towards a World War III Scenario: The Dangers of Nuclear War.  E' noto e abbastanza chiaro quanto il CRG e tutti i suoi membri promuovano un punto di vista fortemente critico verso la politica estera degli Stati Uniti e della NATO anche dando voce alle diverse "Teorie del Complotto" come quelle  riguardanti "l'attacco dell'11 settembre 2001" ,  la "Guerra al Terrorismo"  e la manipolazione mediatica di massa o la disinformazione a fini politici e di controllo della popolazione.
  • L'Istituto di Studi Orientali dell'Accademia russa delle scienze (Institut Vostokovedenija Rossijskoij Akademii Nauk), è stato fondato nel 1918 dall'Accademia delle scienze dell'Unione Sovietica, ed è considerata 'istituzione di ricerca al mondo più avanzata nel campo degli studi orientalistici delle culture dell'Asia e nel Nordafrica. L'Istituto ha oggi sede a Mosca, dopo essersi trasferito dalla sede storica di San Pietroburgo che oggi ospita l'Istituto dell'Accademia delle Scienze, dedicato allo studio, conservazione e cura dei manoscritti orientali.  L'istituto di Studi orientali nella sua sede di Mosca, ospita oltre 500 ricercatori, divisi in 20 dipartimenti dedicati a temi che spaziano dalla Storia della cultura e della letteratura dell'Oriente all'analisi dei  problemi delle relazioni internazionali del sud-est asiatico, dagli studi economici comparativi tra stati come India, Giappone, Corea e Cina alle ricerche sul Pacifico Meridionale.
  • La testata online Neo-Journal  NEO (New Eastern Outlook viene considerata dall'Amministrazione Trump e dalla frangia conservatrice del Congresso USA uno strumento mediatico al servizio di Mosca. Il Neo-Journal da spazio ad una cronaca costante ospitando articoli e saggi di opinionisti, anche anonimi, che  affrontano una narrativa abbastanza scomoda. Inoltre permette commenti liberi su temi  divisivi e argomenti come la politica americana e le sue ingerenze geopolitiche con i governi di molti paesi orientali. Di recente il Neo-Journal si è distinto in particolare per alcuni articoli al vetriolo riguardanti le relazioni USA-Cina, le proteste a Hong Kong e le critiche agli attivisti democratici in Thailandia. Secondo fonti dell'intelligence USA alcuni redattori della testata, sono stati coinvolti nei tentativi di pilotare mediaticamente, con falsi account, campagne social e diffusione di fake-news, le campagne elettorali in Ukraina e Honduras o i movimenti di protesta in Thailandia.
  • Facebook recentemente,  come riferito dal suo responsabile alla cyber-security ha ammesso di aver provveduto a rimuovere migliaia di account e post,  correlati a tali temi, che coinvolgevano il NEO-Journal..