CAGLIARI. Il canto a tenore raccontato attraverso le parole dei cantori sardi di oggi. Persone comuni, ciascuno con la sua storia, la sua esperienza, il suo vissuto personale che insieme formano un gruppo, spinti dal desiderio e dal piacere di cantare, lontano dai palchi e dalle esibizioni di spettacolo. Giovanissimi, adulti e anziani si riuniscono per svolgere una pratica ereditata, tuttora fortemente legata alla comunità, mantenendola viva nel volteggiare tra passato, presente e futuro. Tra canto e poesia.
Il canto a tenore già da tempo desta interesse a livello nazionale con Elio (Elio e le Storie Tese) e internazionale: da Peter Gabriel, Frank Zappa, Björk fino ad essere inserito dall'Unesco tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità.
Il film documentario "A bolu", presentato questa mattina al cinema Odissea in anteprima - realizzato dal regista Davide Melis, scritto con la collaborazione di Sebastiano Pilosu e con la produzione di Luca Melis - è un volo appunto, sui paesi della Sardegna coinvolti: Mamoiada, Seneghe, Ottana, Pattada, Orune, Loculi, Dorgali, Orgosolo e Benetutti con la partecipazione dei rispettivi tenores. “Ho avuto a che fare con la musica sarda e il canto a tenore sin da giovanissimo – sottolinea Melis - ma per molto tempo è stata una conoscenza superficiale, limitata. Solo nel 2012 quando, in occasione della produzione di un documentario, ho conosciuto Franco Davoli e Mario Fossati del Tenore Supramonte di Orgosolo, ho avuto modo di scoprire come il canto a tenore non sia mera rappresentazione folcloristica o riproposizione di tradizioni ormai scomparse, ma una pratica viva, capace di raccontare (ed essere) una realtà sociale e culturale in continua evoluzione.
Il documentario è una produzione Karel ed è stato realizzato grazie al bando IdentityLAB dell'Assessorato regionale alla Cultura