VENEZIA. "Il processo è sulle responsabilità personali. È un processo non al femminicidio ma solo a Filippo Turetta". Così il procuratore di Venezia Bruno Cherchi, che ha assistito oggi all'avvio del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin. "Non è uno studio sociologico - ha aggiunto il magistrato - ma un accertamento delle responsabilità". "Il processo deve svolgersi nelle aule del Tribunale nel rispetto anche dell'imputato", ha spiegato.
"Sarebbe grave se Turetta non partecipasse al processo pubblico per la pressione mediatica che si è scatenata", ha aggiunto.
Intanto il papà Giulia, Gino Cecchettin, e la sorella chiedono 1 milione di euro di risarcimento. "Non mi auguro vendetta e nessun trattamento di favore. Sono sicuro che i giudici decideranno al meglio, la pena giusta". Lo ha detto dopo il processo Gino Cecchettin.
"Essere qui rinnova il mio dolore. Non c'è giorno che non pensi alla mia Giulia. Nulla da dire a Turetta", ha proseguito. Non sono state ammesse come parti civili i Comuni di Fossò, Vigonovo e le associazioni.