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"Volate lontano dal mondo che non vi ha meritati": la lettera della sorella per Giulia e Thiago

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MILANO. "Cara Giulia, è difficile per me stare qui oggi e trovare le parole giuste. Mi sento incredibilmente vuota. Solo il dolore della tua perdita mi fa sentire che il mio cuore batte ancora". Inizia così la toccante lettera scritta da Chiara Tramontano, sorella di Giulia, la ventinovenne al settimo mese di gravidanza uccisa alle porte di Milano dal compagno Alessandro Impagnatiello e padre del piccolo Thiago, mai nato.

"Sapere di essere rimasti qui senza te e Thiago, ergastolani del tempo e del dolore, barcollanti nel buio del futuro ed impauriti di non ritrovare la strada. E tu, dove sei? E lui? Che viso ha Thiago? Scalcia? Ti sorride? Piange? Io vi immagino così", scrive Chiara, "guancia a guancia, stesi su un prato di tulipani, lui che li raccoglie e tu che ti arrabbi. E d'un tratto vi voltate verso di noi sorridendo. Ma, forse, questa è solo un'illusione che ci sottrae per un attimo alla realtà, dove il tempo scorre inesorabile, il sole soccombe alle nubi e perfino il mare ha perso la forza di infrangersi sugli scogli. Questo è il triste ritratto che si raffigura davanti ai miei occhi se penso ad una vita senza voi". 

"Prima di quel maledetto giorno, tu hai saputo regalarci la più grande delle gioie", scrive Chiara nella lettera affidata ai social, "Con la notizia dell'arrivo di Thiago, mamma e papà hanno conosciuto la gioia incontenibile di diventare nonni, io e Mario di essere chiamati zii, la nonna di essere bisnonna, gli zii ed i cugini prozii… e pure il Napoli di vincere lo scudetto. Si, perché per noi quest'anno non è stata la mano di Diego, ma la mano di Thiago ad alzare quella coppa. Quella stessa mano che abbiamo visto per l'ultima volta nell'ecografia, chiusa in un pugno stretto, sollevata in alto a dire: sto arrivando e stravolgerò le vostre vite. Io, che più di ogni altra cosa desideravo un maschietto come nipote, stavo imparando a convivere con l'amore che mi esplodeva nel petto. Un amore che ti tiene stretta in una morsa, ti toglie il fiato, smorza le parole, ma che urlava di voglia di conoscerti". 

La lettera si conclude poi con un saluto: "Distendete queste ali, seguite il sole e volate lontano da questo mondo che non vi ha meritati. Ma non dimenticate di lasciare una piccola traccia lungo la strada, così che noi sapremo sempre dove raggiungervi".