Italia e mondo

Le Iene, la rivelazione di Elena Di Coccio: "Sono sieropositiva da 21 anni"

Elena-Di-Coccio

ROMA. “Ciao sono Elena Di Cioccio, ho 48 anni e da 21 sono sieropositiva. Ho l'Hiv, sono una di quelli con l'alone viola”. A rivelarlo è Elena di Coccio, ex Iena e conduttrice televisiva, nel suo monologo a “Le Iene”, andato in onda il 28 marzo su Italia 1.

“Ero molto giovane quando questa diagnosi stravolse completamente la mia vita. All'inizio ho avuto paura di morire, poi di poter fare del male al prossimo”, continua. 

“Ho vissuto la malattia come se fosse una colpa... Mi sentivo sporca, difettosa. Avevo timore di essere derisa, insultata, squalificata dal pregiudizio che ancora esiste nei confronti di noi sieropositivi. Così per difendermi, ho nascosto la malattia iniziando a vivere una doppia vita. Una sotto le luci della ribalta e un'altra distruttiva e depressa. Ma una vita a metà non è vita, e ho capito che ne sarei morta se non avessi fatto pace con quella parte di me. Io sono tante cose e sono anche la mia malattia. Oggi sono fiera di me, non mi vergogno più”.

Ora la conduttrice si è negativizzata: “Potete toccarmi, abbracciarmi, baciarmi e tutto il resto. Se volete continuare ad avere paura, io lo accetto, però girate lo sguardo verso il vostro vero nemico. L'ignoranza”.

Durante un’intervista a Vanity Fair fa sapere: “Ho resistito tantissimo a dire la verità. Ma la verità rende liberi. Lo dice Gesù Cristo nel Vangelo, anche se io sono buddista. Ho accettato che l'Universo mi dicesse: 'Adesso ti metto il mazzo in fila, queste sono le carte. Non serve che mischi, usciranno sempre queste, la carta della salute non c'è. Accetta te stessa, la malattia, tua mamma, la tua famiglia, la vergogna, l'abbandono, il tradimento. Fai pace'. Ho fatto tutto il percorso e l'ho superata. Ora sono anche quella persona lì, ma non solo”.

Durante l’intervista ha parlato anche il suo libro, “Cattivo Sangue”, dove Elena racconta come si era dedicata al lavoro in radio e tv. "Quando tornavo a casa la sera, facevo uso di marijuana “per non pensare”. Nel libro parla anche dalla sua infanzia, della cocaina a 17 anni, del pensiero del suicidio e di quello della madre, avvenuto nel 2016, che ha dato inizio al suo cambiamento.