L'AJA. La corte penale internazionale dell’Aja ha emesso un mandato di arresto contro Vladimir Putin. L’accusa è quella di aver deportato migliaia di bambini ucraini in Russia.
Al termine di verifiche complesse e approfondite anche per quanto riguarda la procedibilità e gli aspetti giuridici, i tre giudici, tra cui, l’italiano Rosario Aitala, la giapponese Tomoko Akane e il costaricano Sergio Ugalde hanno accolto le richieste del procuratore Karim Khan.
“Continuiamo la stretta collaborazione con la Cpi nei casi di deportazione forzata di bambini ucraini. Oltre 40 volumi di fascicoli, più di 1000 pagine di prove già condivise con la Corte”, così il prcuratore generale dell’Ucraina, Khan.
Nella giornata di ieri è stato pubblicato il rapporto della commissione d’inchiesta dell’Onu che incrimina Mosca per diversi crimini di guerra commessi in quattro regioni ucraine e specifica come il trasferimento e la deportazione dei bambini violino il diritto umanitario internazionale e costituisca un crimine di guerra.
Secondo gli accertamenti svolti dai giudici coordinati da Aitala, il commissario russo per i diritti dei bambini, Maria Lvova-Belova, avrebbe ordinato il trasferimento di bambini e adolescenti nelle strutture controllate da Mosca sin dalle prime settimane dopo l’invasione.
I minori sarebbero stati inviati nei campi di rieducazione russi e poi affidati a delle famiglie per l’adozione.
Grazie ad uno studio fatto dai ricercatori sono state individuate 43 strutture di detenzione e rieducazione, di cui 12 attorno al mar Nero, 7 nella Crimea occupata, 10 attorno alle città di Mosca, Kazan ed Ekaterinburg, mentre gli altri nelle regioni dell’estremo oriente russo, di cui 2 in Siberia.